Capodanno 2021 tra luci e ombre: i ristoratori tra disdette e turismo di prossimità

Il 2021 è ormai agli sgoccioli, un anno duro per tutti che si concluderà con una serata di Capodanno quantomeno particolare. Da sempre, sono numerose le persone che scelgono di trascorrere l’ultima serata dell’anno nei nostri ristoranti, ma quello di quest’anno, per i ristoratori, sarà un Capodanno particolare. “La nostra priorità – spiega Francesco Fagnani, titolare di ‘Bagoga’ – è sempre stata quella di far rispettare le normative per la sicurezza contro il Covid”. “La settimana di Natale – aggiunge – è stata dura, ed abbiamo avuto almeno un 20% di disdette che per fortuna siamo riusciti a reintegrare nell’arco di questa settimana. Per domani sera, poi, siamo al completo, che vuol dire 40 coperti, contro le 60/65 di un cenone classico che avremmo potuto vedere fino al 2019”.

“Per il 31 dicembre abbiamo tante prenotazioni”, dice invece Marco Coppi, titolare di ‘Babazuf’. “Noi abbiamo due servizi – spiega -, di cui uno è completo mentre all’altro manca un tavolo. Io mi ritengo soddisfatto di questi numeri”. “Nella settimana da Santo Stefano a Capodanno – prosegue – abbiamo avuto tanti turisti italiani e alcuni europei: tedeschi, francesi o addirittura russi”.

Si allinea ai colleghi anche Massimiliano Caldarone, dell’osteria ‘Cice’, che racconta: “Per quanto mi riguarda la situazione è buona, ho avute tante disdette ma le abbiamo recuperate quasi subito. Anche per il cenone ho svariate conferme già definite”. “Devo dire – aggiunge – che non vedo una città pienissima, lo vedo dalle non telefonate e dalla gente alla porta: è venuta a mancare una fetta di persone alla quale sei costretto a dire di no”.

Di parere leggermente differente Enzo Parri, del ristorante ‘Da Enzo’, che ha registrato un calo netto dei numeri: “Per il giorno di Natale abbiamo avuto un calo intorno al 20%. Per quanto riguarda il cenone di Capodanno abbiamo numeri inevitabilmente più bassi rispetto allo scorso anno”. “In questi frangenti – spiega – ci siamo specializzati nell’asporto e con questo strumento stiamo recuperando. A salvarci sono state le cene aziendali e le cene tra amici, ma, in questo momento, vedo un appiattimento diffuso”. “Qualcuno – conclude – come gli albergatori, dice di puntare sui last-minute, io però non ci credo granché. Il problema non sono questi due giorni di feste, ma i mesi che verranno dopo: la mia idea è che a gennaio e febbraio ci sarà da piangere”.

A Enzo Parri fa eco Paolo Boschi, del ristorante ‘Da Guido’: “Abbiamo avuto tante disdette nel periodo prettamente natalizio: rispetto al 2019 eravamo a un -40%. Nei giorni successivi la situazione non è cambiata, ma negli ultimi due giorni abbiamo visto un leggero aumento”. “Rispetto al cenone di domani sera – chiosa – abbiamo qualche prenotazione ma siamo sempre sul 50% in confronto al pre-pandemia. Tante persone hanno paura della malattia, senza dimenticare che qualcuno è anche in quarantena”.

Emanuele Giorgi