Asp città di Siena, in consiglio respinta la mozione dell’opposizione

Con  14 voti su 21 il consiglio comunale ha respinto la mozione – presentata dai consiglieri di Pd, In Campo, e Per Siena ” per garantire l’autonomia e la natura pubblica dei servizi e del  patrimonio e la revoca delle modifiche statutarie recentemente assunte “di Asp Città di Siena, l’azienda di servizi alla persona finita nel calderone delle polemiche dopo le recenti dimissioni del vecchio cda e dell’ex-presidente Monica Crociani, dopo l’approvazione a fine giugno della delibera con l’approvazione della modifica all’articolo 12 dello statuto e dopo l’insediamento del nuovo cda presieduto da Mario Valgimigni.

A presentare la mozione dei gruppi d’opposizione è stato il consigliere del Pd Alessandro Masi, “Campansi, Tommaso Pendola e Boutini Burke sono strutture che fanno parte del patrimonio cittadino, per questo c’è stato un moto di preoccupazione di molte persone. Abbiamo modificato lo statuto di un ente autonomo sovvertendo una legge regionale, una nazionale ed una decisione della corte costituzionale, abbiamo messo in discussione l’autonomia di un soggetto pubblico – dice”. Per Pierluigi Piccini, Per Siena, ” il Comune avrebbe dovuto sostituire i membri dimissionari attraverso un atto d’indirizzo. Se si fosse fatto così molti dubbi sarebbero stati sciolti- afferma-. Non ci saremmo chiesti cosa ne sarebbe stato delle farmacie e delle mense, se dietro ci sia una privatizzazione strisciante“, e ancora ” si è voluto mostrare i muscoli e non ne capisco il motivo”. E poi Piccini fa una domanda all’amministrazione comunale :”ci volete dire perché si è dimessa l’ex- presidente?“.

“Davanti ad una crisi che forse è innescata tra una crisi di rapporto tra giunta e Asp, mi chiedo: ma chi ve l’ha fatto fare di cambiare lo statuto?”, questo l’attacco del consigliere del Pd Bruno Valentini che aggiunge “il sospetto è che i partiti della maggioranza si sono messi d’accordo per sostituire in un colpo solo direttore e presidente anche se questi hanno ottenuto risultati straordinari, in primis preservando l’azienda dal virus. Avete dato un segnale politico superficiale per motivi, avete voluto dire: il giocattolo e mio e ci gioco io“.

Ferma la risposta dai gruppi di maggioranza, Mauro Marzucchi consigliere di Siena Aperta, dopo aver ripreso un intervento dell’allora sindaco di Siena Maurizio Cenni, ha poi spiegato che ” se Asp non è società strumentale del Comune, non sarebbe stato possibile affidargli mense e farmacie.Spostare servizi dai comuni alle aziende significa spostare anche indirizzi politici. Vanno recuperati spazi di indirizzo e di controllo all’interno dello statuto dell’azienda, quindi non vedo come non sia possibile creare in consiglio una struttura che dia un indirizzo e  un controllo ad Asp”. Il consigliere Maurizio Forzoni, dio Fratelli d’Italia, ha invece accusato l’opposizione ”  di tentare di trovare crepe nella maggioranza, ma siamo compatti ed uniti nelle scelte fatte dalla giunta. Se ritenete che il problema è illegittimo avreste potuto andare a fare ricorso al Tar”, poi rispondendo alla domanda di Piccini, “si vengono a chiedere i motivi delle dimissioni, lo potevate chiedere ai diretti interessati”. Intorno alla situazione di Asp “c’ è stato troppo clamore”, così Massimo Bianchini della Lega ha risposto ad Alessandro Masi. “Credo che si stia cercando di orchestrare una confusione senza senso – questo il pensiero di Tommaso Bartalini, di Voltiamo Pagina-. Se qualcuno ritiene che ci siano profili d’illegittimità gli strumenti per agire ci sono. Se il servizio al cittadino sarà buono anche dopo la modifica allo statuto non vedo il senso della discussione. Se fatte con regolarità le privatizzazioni  non vanno demonizzate, non capisco perché ogni volta bisogna dire che se c’è una privatizzazione bisogna dire che c’è un gruppo di potere dietro”.

Marco Crimi