Asl, nasce l’infermiere di famiglia. D’Urso: “Nuove assunzioni in arrivo”

“Abbiamo chiamato all’assunzione infermieri grazie al Dl Rilancio, stiamo procedendo con assunzioni a tempo indeterminato e stiamo scorrendo la graduatoria”, lo ha detto il dg dell’Asl sud est Antonio D’Urso stamani durante la presentazione della nuova figura dell’ infermiere di famiglia e comunità. I primi ad entrare in attività sono, in questi giorni, infermieri esperti e già in organico Asl che hanno seguito appositi corsi di formazione. Poi sarà la volta dei nuovi assunti, 133 nell’intera Asl Toscana sud est. Ci saranno 8 infermieri ogni 50.000 abitanti di cui 43 in quella di Siena,“La nostra Asl – ha aggiunto il Direttore generale, Antonio D’Urso – crede fortemente nel ruolo dell’infermiere di famiglia. E l’approccio messo in atto sia dall’Ordine dei medici che da quello degli infermieri, rafforza e convalida questa impostazione: nessun antagonismo ma una sintesi positiva che aumenta la qualità dei servizi per le persona e rassicura l’Azienda sanitaria”.

Per la direttrice sanitaria Simona Dei questa sarà “una figura di riferimento per le persone. La sua attività si integra con quelle del medico di medicina generale, del pronto soccorso, dei servizi sociali e territoriali per realizzare un’unica presa in cura delle persone soprattutto fragili e complesse“.

La concreta attività dell’infermiere di famiglia e di comunità è stata illustrata da Lorenzo Baragatti, Direttore del Dipartimento delle professioni infermieristiche e ostetriche della Asl Tse: “opera sulla presa in carico dei bisogni a tre livelli – spiega. Il primo è il suo rapporto individuale con le famiglie di cui diventa, ovviamente insieme al medico di base, un punto di riferimento personale: un professionista conosciuto e che conosce la famiglia per la quale opera. Il secondo livello è quello di gruppo, attraverso interventi che si rivolgono a gruppi di persone organizzati in funzione di specifici bisogni di salute. Infine il livello comunitario attraverso azioni preventive e educative rivolte alla popolazione. La collaborazione tra più professionalità crea le condizioni per creare un piano assistenziale integrato e personalizzato”.