Arte e cultura per ricordare l’Olocausto: gli eventi di Siena per il Giorno della Memoria

Conoscere il passato per capire il presente e perpetuare la memoria è necessario affinché ciò che è stato di più orribile possa non ripetersi, ricordare le vittime della Shoah non è solo un dovere morale, ma anche istituzionale. Il Giorno della Memoria, istituito in Italia dalla legge 211/2000 e riconosciuto dalle Nazioni Unite con la risoluzione 60/7, si celebra ogni anno nella data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz. Siena sceglie di onorare il Giorno della Memoria attraverso numerosi eventi aperti a tutta la popolazione, occasioni affidate all’arte, alla conoscenza e alla cultura al fine di stimolare una riflessione critica sull’antisemitismo.

“Exit: Music, musica e arte per la memoria” è un evento promosso dal comune di Siena, Regione Toscana, comunità Ebraica di Firenze e The Royal Conservatory, in collaborazione con la Sinagoga di Siena, l’università degli Studi e l’università per stranieri di Siena, l’Accademia Musicale Chigiana, l’istituto “Rinaldo Franci”, CoopCulture e il cinema Nuovo Pendola con il patrocinio dell’unione delle Comunità Ebraiche Italiane.

Domani,sabato 25 gennaio alle 16.30 al Cinema Nuovo Pendola la proiezione, a ingresso libero, del documentario di James Murdoch prodotto in collaborazione con l’ARC Ensemble di Toronto dal titolo “Exit: Music”, incentrato sulla vita di cinque compositori che subirono la persecuzione razziale nella Germania nazista. Le storie dei musicisti Paul Ben-Haim, Adolph Busch, Walter Braunfels, Erich Korngold e Mieczyslaw Weinberg si intrecciano nella Germania di Hitler in cui l’arte e la musica venivano usate a scopo di propaganda per esaltare gli ideali del nazismo. I compositori vennero così costretti come tanti altri artisti ebrei a fuggire dalla loro terra natale. La proiezione verrà replicata il giorno successivo, 26 gennaio alle 11 presso la Sinagoga di Siena in vicolo delle Scotte 14.

Nella stessa data, anche il Teatro dei Rinnovati aprirà le sue porte per un concerto dedicato che porta sempre la firma di ARC Ensemble di Toronto, a ingresso libero fino ad esaurimento posti. Dopo i saluti istituzionali alle 16.30 e l’introduzione del professore Stefano Iacoviello dell’Università di Siena alle 16.45, prenderà il via, alle 17, la performance musicale del gruppo ARC Ensemble composto da Erika Raum e Jennifer Murphy al violino, Steven Dann alla viola, Thomas Wiebe al violoncello, Joaquin Valdepeñas al clarinetto e al pianoforte David Louie. L’esecuzione avverrà sulle note delle musiche di Vittorio Rieti con il brano “Quartetto d’archi n. 1”, il “Quintetto per clarinetto e archi op. 31a di Paul Ben-Haim” e “Suite per due violini, violoncello e pianoforte per la sola mano sinistra Op. 23″ di Erich Wolfgang Korngold.

 Lunedì 27 gennaio l’Università di Siena organizza un incontro con il professor Giuliano Amato, giudice della Corte costituzionale, che terrà una conferenza dal titolo “Dal razzismo degli anni Trenta lo scivolo verso l’inferno”. All’incontro, che si svolgerà nell’aula magna del rettorato dalle 11, parteciperanno gli studenti del Liceo musicale Piccolomini e del Liceo scientifico Galileo Galilei di Siena. La conferenza sarà preceduta dai saluti del rettore dell’Ateneo, Francesco Frati, e del rappresentante della Comunità ebraica di Firenze, Roberto Orvieto, e sarà introdotta dal Prefetto di Siena, Armando Gradone.

Lo stesso giorno, alle  17,30 nella sala storica della Biblioteca comunale degli Intronati,il presidente del Cda Raffale Ascheri terrà la conferenza aperta al pubblico: “L’antisemitismo nella storia”, in cui verranno trattati i principali periodi storici dell’antisemitismo, partendo dal Basso Medioevo per giungere al Novecento e all’avvento del nazismo. Un viaggio di conoscenza a ritroso nel tempo per capire il credo aberrante del nazionalsocialismo che portò la Germania, e non solo, alla disumanizzazione degli ebrei e facendo di loro dei soggetti estranei all’umanità. Raffaele Ascheri, da attento storico, analizzerà l’origine del male che generò l’Olocausto. Dall’epidemia di peste nera dilagata in Europa occidentale nel 1348 – si parla di 20 milioni di vittime – per la quale furono incolpati gli ebrei e per questo perseguitati e uccisi; alla scelta della svastica che, da icona ecumenica passò nel repertorio nazista diventando già, da dopo la Prima Guerra mondiale, la sigla propagandistica del pensiero di Hitler.

Ma la campagna denigratoria e offensiva perpetrata nello scorso secolo si spinse anche oltre, ricercando nell’esasperazione dei tratti somatici così come negli stereotipi che li tratteggiavano come avidi usurai, pregiudizi, questi, nati già nel Medioevo quando la Chiesa vietava ai cristiani di prestare denaro con interessi. Una serie di falsi capri espiatori che portarono la Germania a costruire e inculcare una vera e propria rivoluzione culturale per arrivare ad un nuovo diritto, una nuova morale e una nuova etica unicamente incentrati sulla superiorità biologica della razza ariana germanica. La conferenza di Raffaele Ascheri porterà dunque il pubblico a considerazioni su tutto questo, per capire se può esistere un agire preventivo contro gli stermini, un modo per evitare i genocidi per non far rivivere mai più all’umanità un nuovo Olocausto.

 

Da questa settimana è disponibile nelle librerie, “I treni di Nina”: il racconto di una famiglia durante gli anni della deportazione degli Ebrei, il nuovo libro di Paolo Ciampi pensato per un pubblico di giovani lettori.
Parlare della Shoah ai bambini non è un’impresa semplice, ma mai come oggi è fondamentale coltivare la memoria, soprattutto nelle nuove generazioni. È da queste riflessioni e dall’interessante storia proposta alla Betti Editrice dallo scrittore Paolo Ciampi che nasce “I Treni di Nina”, un racconto per bambini con protagonisti proprio i più piccoli. È la voce di Manuele, “Manuelino”, il minore dei quattro figli di Nina, che ci raccontata la storia della sua famiglia in uno dei periodi più bui della storia: le persecuzioni perpetrate dai nazisti ai danni dei cittadini di origine ebraica. Le illustrazioni del libro sono di Silvia Clemente.

Clelia Venturi