Archeologia industriale e nuovo turismo: nelle terre di Siena nascono nuovi professionisti

È ormai ai nastri di partenza il progetto Hector che vede come capofila l’Unione dei comuni di Amiata e Val d’Orcia (Abbadia San Salvatore, Castiglione d’Orcia, Piancastagnaio, Radicofani e San Quirico d’Orcia) e che sfrutta i fondi di Erasmusplus. L’obiettivo di Hector è formare nuove generazioni di lavoratori, dando ai giovani la possibilità di affrontare un percorso formativo dedicato all’archeologia industriale. Ad aiutare Hector a camminare sulle sue gambe ci sono tanti partner, dalle collaborazione con istituzioni spagnole, slovacche, belghe, bulgare e tedesche, fino al Consorzio Terre di Toscana e Fondazione Musei senesi che oltre al supporto nella comunicazione offre gli spazi del parco museo minerario di Abbadia.

“La nostra idea è creare degli operatori turistici specializzati”, spiega Giulia Fabbrini, la giovanissima project manager che si occupa di curare Hector. “La nostra parola d’ordine – prosegue – è innovazione del turismo, così potremo formare dei giovani in modo sostenibile su una materia particolare come quella dell’archeologia industriale”. “Nell’ambito dell’archeologia industriale – chiarisce la giovane – è compreso tutto ciò che è stato prodotto tra il 1815 ed il 1970; quindi possiamo parlare di fabbriche abbandonate, macchinari o anche utensili dismessi. Qui da noi, ad Abbadia San Salvatore, abbiamo le miniere”.

“Il corso – aggiunge ancora Fabbrini – si divide in due fasi: una parte online, alla quale può partecipare chiunque da qualunque paese d’Europa e poi la summer school. Quest’ultima si terrà ad Abbadia proprio nei luoghi dove una volta c’erano le miniere di mercurio, e potranno partecipare solo i ragazzi tra i 18 ed i 30 anni, cittadini europei, che abbiano superato una selezione”.

“Se sono entrata in questo progetto devo ringraziare Daniele Rappuoli – continua -, il responsabile del progetto, che mi ha fortemente voluta. La scelta di Rappuoli sicuramente rappresenta una bella scommessa sul territorio. Da parte mia, sono orgogliosa di essere stata scelta: mi dovrò occupare della coordinazione delle varie fasi, da quella logistica a quella formativa fino alle relazioni internazionali”.

“Il progetto Hector – conclude – è particolarmente interessante perché, così facendo, daremo la possibilità a tanti ragazzi di fare incontri con gli stakeholder in modo da esplorare fin da subito il mondo del lavoro. Peraltro, alla fine del corso i ragazzi riceveranno un attestato, conforme all’Eqf (European qualification framework), che potrà arricchire i curriculum degli studenti”.

Emanuele Giorgi