Amiata Valdorcia, la Cgil: “L’Asl faccia di tutto per trovare un pediatra”

L’Asl e la Società della salute dell’Amiata Valdorcia devono “mettere in campo ogni azione utile al reperimento della figura pediatrica in carenza”.

Lo chiede la Cgil della zona amiatina in una nota dove viene espressa “forte preoccupazione” nel territorio a sud della provincia di Siena dove dall’1 settembre l’Asl “ha sospeso la prestazione in libera scelta, dirottando le famiglie dei bambini verso il medico di medicina generale per visite ambulatoriali e domiciliari, per le richieste di visite ed esami e per le certificazioni. Medico di medicina generale ‘supportato’ da un pediatra presente in zona per soli tre giorni a settimana, fruibile solo per appuntamento e per visite specifiche come i bilanci di salute, controlli crescita etc”, continuano dal sindacato

“Tutto questo stante la difficoltà di trovare un professionista disposto a coprire la zona, che ricordiamo – sottolinea il sindacato – ha le caratteristiche di specificità, che dovrebbero essere garantite e non lo sono, di area interna e montana. Ciò produrrà una concreta difficoltà nella qualità del servizio dedicato a questa delicata tipologia di utenza ed il ricorso diffuso da parte dei genitori al costo degli specialisti privati non convenzionati creando disomogeneità di opportunità di risoluzione del bisogno di salute. Il privato vince e il sistema pubblico perde”.

“E’ necessario invertire la concreta e palpabile regressione dei servizi nell’ambito ospedaliero, nella sanità territoriale e nel sociosanitario, – aggiunge la Cgil – dato che mancano i posti letto, gli specialisti, i medici e gli infermieri, e che si riduce, fino ad annullarlo, anche il funzionamento dell’Unità Valutazione Multidisciplinare e del Servizio per le Dipendenze. Dovrà quindi essere recuperato tutto ciò che negli ultimi 5 anni è stato ridimensionato.

“Un altro problema si pone per Abbadia San Salvatore in merito alla Casa della salute – prosegue l’organizzazione sindacale – che con i finanziamenti del Pnrr dovrebbe trasformarsi in Casa della comunità hub; non possiamo rischiare che sia un contenitore vuoto e di mera apparenza. Facciamo appello alla Asl, alla Società della salute e alle istituzioni tutte di instaurare un proficuo e serrato confronto che parta dalla ridefinizione ed adeguamento dei profili di salute e dall’individuazione di soluzioni praticabili che permettano un rilancio ed uno sviluppo dei servizi sanitari e sociosanitari pubblici a gestione prioritariamente diretta”.