Ai domiciliari in una comunità di recupero chiama i carabinieri per farsi portare in carcere

L’operatore del 112 dei Carabinieri di Siena non poteva credere alle proprie orecchie: non capita tutti i giorni, anzi non gli era mai accaduto prima, che qualcuno lo avesse chiamato per rivolgergli l’originale richiesta di essere arrestato. È vero che le chiamate al 112 offrono un complesso campionario di richieste e di varia umanità, ma l’espressione del desiderio di andare in carcere costituisce per davvero una circostanza alquanto rara. L’uomo è stato rintracciato in breve tempo dai Carabinieri e riconosciuto. Si tratta di persona ben nota a Siena, non soltanto ai carabinieri, un 59enne con una lunga storia di tossicodipendenza e di piccoli reati compiuti per finanziarla. Da qualche tempo era finito agli arresti domiciliari in una comunità per il recupero dei tossicodipendenti della provincia di Pistoia, ma l’uomo asseriva di non trovarcisi proprio, di essere sottoposto in quella struttura a un regime di vita troppo severo, meglio il carcere insomma. In effetti gli estremi per accontentarlo c’erano tutti, con quella chiarissima evasione dagli arresti domiciliari, tanto che con somma felicità dell’interessato, una volta redatti i necessari verbali e compiuto l’ennesimo fotosegnalamento, egli è stato portato dai militari dell’Arma alla casa circondariale senese di Santo Spirito a disposizione dell’autorità giudiziaria. Si tratterà ora di valutare tante cose perché, nonostante le preferenze dell’arrestato per il regime carcerario, forse questi dovrà comunque, anche a 59 anni, tentare di ricostruirsi una vita. Non è facile certo per chi ha probabilmente perso fiducia in se stesso e ritiene di non potersela cavare al di fuori delle mura di una prigione, ma la finalità fondamentale della pena è rieducativa e qualcosa in tale direzione dovrà essere compiuto.