Doris Hadjistilianou: “A Siena per il retinoblastoma risultati pari ai migliori centri statunitensi”

E’ un fine settimana dedicato all’oncologia oculare e alla lotta al retinoblastoma, un settore medico nel quale Siena è da tempo all’avanguardia. La conferma è arrivata con l’Ocular oncology day che si è tenuto ieri nell’aula magna del rettorato dell’ateneo, un congresso che ha visto partecipare medici e specialisti provenienti da tutto il mondo, mentre stasera si terrà al Santa Maria della Scala una cena di gala che chiuderà l’iniziativa. Il Santa Maria della Scala è il luogo dove sessanta anni fa, nel 1959, il professor Renato Frezzotti effettuò il primo intervento senese su un bambino affetto da retinoblastoma.

L’iniziativa è stata organizzata dalla professoressa Doris Hadjistilianou, docente del dipartimento di scienze mediche, chirurgiche e neuroscienze dell’ateneo senese e responsabile del centro di eccellenza di oncologia oculare-retinoblastoma dell’azienda ospedaliero-universitaria senese. L’evento, si legge nella scheda di presentazione, “ha un obiettivo divulgativo sulla materia, di incontro e di confronto tra specialisti e giovani medici sulle diagnosi difficili e le terapie che comportano queste patologie”.

“Siena e la sua clinica oculistica – ha affermato la professoressa Hadjistilianou – si sono distinte sin dalla fine degli anni Cinquanta per l’interesse vivace nell’ambito dei tumori dell’occhio e dell’orbita del bambino e dell’adulto. L’affluenza dei casi è andata sempre crescendo negli anni arrivando ad avere casistiche provenienti non solo dall’Italia ma da tutto il bacino mediterraneo e oltre. Fin dall’inizio i nostri risultati sono stati dello stesso livello dei più grandi centri a livello mondiale. Anche adesso le nostre casistiche di sopravvivenza dei bambini e di salvataggio dell’occhio sono altissime e sono simili a quelle che vengono ottenute negli Stati Uniti d’America. Perdere un occhio per un tumore ormai è una storia vecchia e superata, possiamo dire con grande orgoglio che anche in situazioni avanzate riusciamo a salvare l’80% dei casi che trattiamo”.