A Siena passa la ‘marcia degli inessenziali’: “Il Governo vuole dividerci, ma noi rispondiamo uniti”

La marcia degli inessenziali passa anche da Siena. Così l’hanno chiamata i tanti ristoratori da tutta la Toscana. In Piazza del Campo non c’erano on solo: al loro fianco anche gli NCC, i tassisti, gli ambulanti e i commercianti. L’obbiettivo è quello di richiamare l’attenzione del Governo e porre l’accento “sui tanti disagi che i nuovi dpcm stanno provocando alle categorie”, spiegano. La marcia, partita da Firenze lo scorso mercoledì 4 novembre e arriverà a Roma il prossimo 13 novembre. L’organizzazione seguirà i passi della via Francigena, attraversando tante realtà locali coma la nostra.

Pasquale Naccari, ristoratore fiorentino, è il portavoce della manifestazione. “Il passaggio di oggi – spiega Naccari – è un attestato di solidarietà verso tutti i ristoratori senesi”. “Le nostre richieste, già inviate a Conte ad aprile e maggio, rimangono sempre le stesse: risolvere il problema delle locazioni, problemi creditizi, delle casse integrazioni, ma la richiesta fondamentale resta quella di cessare una comunicazione aggressiva verso la nostra categoria”.

“Il governo forse pensa – conclude Naccari – divide et impera, ma noi rispondiamo unisci e cresci: noi siamo stufi di vivere per lavorare, vorremmo lavorare solo per vivere”.

La categoria ha avuto modo di confrontarsi anche col sindaco Luigi De Mossi che ha  ribadite la propria vicinanza , spiegando di aver anche ceduto il suolo a titolo gratuito ai ristoratori. “La chiusura delle 18 –  così De Mossi ribadisce quanto detto anche in un’intervista con il nostro giornale- per i ristoranti è incongruente ed anomala; se vogliamo farli chiudere possono benissimo chiudere alle 13 dal momento che possono fare un solo servizio”.

Il sindaco ha anche ricordato che lui stesso si è impegnato in prima persona scrivendo al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e al Presidente della Regione e chiedendo chiarezza su come si ha intenzione di affrontare i prossimi mesi.

 

Emanuele Giorgi