A Ranza in cucina vanno i detenuti

Arcobaleno di sapori e culla senese con crema di radicchio, riso in fiore, agnello che brontola e stufato di manzo. Per finire dolci momenti. Non è un ristorante stellato, ma il menu che i detenuti del carcere di Ranza (alta sicurezza, pene dai cinque anni in su) hanno preparato per la terza edizione di “Insieme con gusto”, l’evento che chiude l’anno scolastico degli alunni iscritti al distaccamento carcerario dell’istituto enogastronomico “Ricasoli” di Siena. E che anche quest’anno ha ospitato autorità e invitati, con lo scopo di entrare in contatto con questa realtà così lontana eppure così vicina.

A fare gli onori di casa Rita Favente, funzionario giuridico pedagogico e responsabile del settore scuola, il ruolo che una volta si chiamava più semplicemente “educatrice”. “Una modalità – ha detto – che ci permette di superare il pregiudizio e per promuovere la cultura dell’inclusione. L’iniziativa ‘Insieme con gusto’ rappresenta, ormai da tre anni, la chiusura di un percorso didattico e formativo che portiamo avanti con l’Istituto Enogastronomico dell’Istituto d’Istruzione superiore statale ‘Bettino Ricasoli’ di Siena coinvolgendo le classi terze, quarte e quinte e offrendo agli studenti detenuti l’opportunità di formarsi e riscattarsi socialmente. L’apertura del pranzo a ospiti esterni, inoltre, offre l’occasione di andare oltre i pregiudizi e di far conoscere il valore che anche qui si insegnano e si applicano”. Un valore che è stato sottolineato anche da Tiziano Neri, dirigente scolastico dell’Istituto d’Istruzione di Siena, ringraziando la Casa di reclusione di Ranza per la collaborazione. “La sede carceraria dell’Istituto Enogastronomico del nostro Istituto – ha detto Neri – rappresenta una realtà consolidata e con il progetto ‘Insieme con gusto’, giunto alla sua terza edizione, puntiamo a offrire agli studenti detenuti un’opportunità di formazione professionale che li impegna con crescente passione e disciplina, guardando anche al loro futuro per chi un giorno uscirà dal carcere”. Grande anche la soddisfazione di Pasquale Napolitano, docente di laboratorio di cucina, e Gilda Penna, referente della sede carceraria per l’Istituto d’Istruzione superiore statale “Bettino Ricasoli” che lavorano ogni giorno con gli studenti detenuti accompagnandoli nel loro percorso di crescita personale e professionale e nella loro volontà di riscatto sociale.

La casa di reclusione di Ranza a San Gimignano ospita circa trecento detenuti. Sono venticinque quelli che hanno dato vita – fra accoglienza e cucina – all’evento che ogni anno chiude il percorso scolastico. Alcuni di loro hanno la speranza di lavorare fuori dal carcere in regime di semi-libertà o di trovare un lavoro al momento della conclusione della pena. Per altri, i “fine pena mai” (cioè coloro condannati all’ergastolo), è comunque un’opportunità di crescita e di svago nelle lunghe ore da passare in cella.