25 marzo: tutti innamorati del capodanno in Toscana

Prima era solo Pisa a celebrare l’antico Capodanno del 25 marzo, che fu in vigore nel Granducato di Toscana fino al 1749: segnava l’inizio del nuovo anno esattamente nove mesi prima della nascita di Gesù. Poi sono arrivate Firenze, Siena e adesso anche il Capodanno dell’Annunciazione ufficiale della Toscana, che quest’anno si celebra ad Arezzo.

Sarebbe tuttavia sbagliato, mettere tutti insieme nello stesso mazzo. In primo luogo, perché Pisa è l’unica città che celebra il Capodanno con un anno di anticipo rispetto alle altre: il 25 marzo entra in quello che viene chiamato il “2024 stile pisano”, mentre per tutte le altre località è un’entrata in ritardo nel 2023. In secondo luogo, perché ognuno celebra questo Capodanno in maniera diversa, a modo suo, come è inevitabile in una delle regioni più campaniliste d’Italia e quindi del mondo.

A Siena, ad esempio, il Capodanno ha come momento centrale una lectio magistralis affidata a personalità capaci di offrire spunti di riflessione su questo nostro mondo e questi nostri tempi. Quest’anno è stato scelto Brunello Cucinelli, il famoso imprenditore umbro del cashmere, che ha creato e plasmato nel tempo un’azienda assolutamente originale. L’aspetto religioso del Capodanno senese è invece affidato alla consegna del cero votivo dedicato alla Madonna, offerto dal Magistrato delle Contrade, con una solenne cerimonia presieduta dal cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena.

A Pisa i tre giorni di celebrazioni ruotano attorno alla cerimonia in Cattedrale: esattamente alle ore 12 un raggio di sole va a colpire (in senso figurativo: a fecondare) un uovo di marmo che si trova su una mensola. Se le nuvole dovessero coprire il sole e quindi impedire l’entrata del raggio, sarà letto come un presagio negativo. Nel pomeriggio di sabato 25, poi, incontro al Giardino Scotto con i gruppi storici di Pisa impegnati in dimostrazioni di tiro con la balestra, tiro con arco e spettacoli con musici e giullari.

A Firenze, il momento più importante è il corteo storico che parte dalla Piazzetta di Parte Guelfa per arrivare alla Basilica di Santissima Annunziata, dove si tiene una solenne cerimonia religiosa. Ma c’è poi tutto un programma di mercatini, spettacoli, musica, visite guidate, aperture straordinarie, all’insegna delle tradizioni e dello “spirito fiorentino”: un momento identitario che vuole coinvolgere davvero tutti coloro che vivono nella città.

Infine, ad Arezzo ci sarà l’appuntamento ufficiale della Regione Toscana, definito Capodanno dell’Annunciazione. Tre giorni (24-26 marzo) con convegni dedicati al tema delle rievocazioni storiche, mostre ed esposizioni di abiti d’epoca, visite guidate, spettacoli in piazza e una grande parata per le vie del centro storico con gruppi provenienti da tutta la Toscana.

Un Buon 2023 in più – così come un Buon 2024 stile pisano – non farà certo male!

Roberto Guiggiani