Siena Parcheggi: botta e risposta fra lavoratori e azienda

Botta e risposta fra i lavoratori e la società Siena Parcheggi: da una parte i sindacati rivendicano lo stato di agitazione per la situazione lavorativa, dall’altra la società che si occupa di sosta e mobilità respinge le accuse e ribadisce la volontà di proseguire nel dialogo.

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“L’anno scorso FilCams Cgile Fisascat Cisl – scrivono i sindacati -, assieme alle rispettive rappresentanze sindacali aziendali, hanno avviato un confronto con la Direzione della Siena Parcheggi volto a definire tematiche di estrema rilevanza per i dipendenti della Società, quali la sicurezza dei locali aziendali, l’azzeramento degli sprechi, la definizione delle relazioni sindacali, il controllo più stringente degli appalti e la risoluzione di alcuni aspetti contrattuali dei lavoratori”. “La serrata trattativa – spiegano i sindacati – aveva portato ad un protocollo d’intesa, dapprima promosso dalla Direzione e poi dalla stessa disconosciuto in alcune sue parti sostanziali. Nel mese di gennaio 2019 ci siamo visti recapitare un’altra ipotesi di protocollo d’intesa che stravolgeva molti principi cardine assodati e condivisi precedentemente”.

“L’attuale dirigenza aziendale ha perso qualsiasi credibilità di fronte alle organizzazioni sindacali – denunciano le sigle – e i lavoratori di Siena Parcheggi sono stanchi di assistere da anni alle solite inaccettabili dinamiche: le trattative private condotte dalla Direzione con alcuni lavoratori scavalcando le prerogative delle Rsa; il continuo ricorso a numerose consulenze esterne che induce forti dubbi sulle modalità di selezione dei soggetti e sulla loro utilità, nonché su quella dei quadri, in numero eccessivo in proporzione alla consistenza numerica del personale dipendente, le cui professionalità dovrebbero essere di per se’ sufficienti a soddisfare le esigenze dell’azienda; l’eccessivo numero di riorganizzazioni aziendali effettuate negli ultimi anni; il tutto aggravato da una carente attenzione a molteplici aspetti riguardanti le normative su salute e sicurezza”.

“Vogliamo una Direzione aziendale con cui interloquire in maniera costruttiva – concludono le organizzazioni sindacali – al fine di poter tutelare il lavoro, dare un servizio migliore all’utenza e tagliare eventuali sprechi e incompetenze che possano venire a gravare sulle casse della Societa’ e della cittadinanza”.

“Ho letto con stupore ed un po’ di amarezza il comunicato diramato da Filcam Cgil e Fisascat Cisl a proposito dello stato di agitazione del nostro personale – dice il presidente di Siena Parcheggi Alessandro Lepri – Molte delle cose che contiene sono inesatte  ad iniziare da una presunta nostra volontà a non voler dialogare in maniera costruttiva per tutelare il lavoro ed i servizi che forniamo”.

“I dati – continua il presidente – sono sotto gli occhi di tutti. Il nostro è un lavoro continuo di adeguamento di uffici, servizi, mansioni in un’ottica di efficienza testimoniata anche dai dati del bilancio, passato da un utile di circa 300mila euro, fino a pochi anni fa, a circa 1 milione euro con il prossimo che approveremo nel 2019, oltre  un canone annuo di un milione  e mezzo che versiamo al Comune e a costi indiretti, per gestire le risalite meccanizzate, di circa un milione duecento mila euro a fronte di un fatturato di poco più di 8 milioni di euro. Voglio dire che circa la metà di quello che fattura Siena Parcheggi torna in varie forme alla collettività attraverso servizi e risorse economiche a disposizione del socio unico che è il Comune di Siena”.

“Allo stesso modo – spiega Alessandro Lepri – siamo attenti alle esigenze dei nostri dipendenti sia in materia di sicurezza sul lavoro, sia per gli ambienti dove svolgono le loro attività. Così come siamo attenti a rispettare in tutto il codice degli appalti e ad agire cercando il miglior compromesso fra qualità e costi. Ovviamente senza penalizzare i nostri lavoratori che hanno, tutti, un contratto integrativo e una premialità per obiettivi  grazie ad un accordo che resterà in vigore fino alla fine del 2019”.

“Non è vero – dice ancora Lepri – che abbiamo disconosciuto il protocollo d’intesa sul quale lavoravamo insieme. Abbiamo cambiato un’unica parte, quella relativa alla richiesta di trasformazione di alcune indennità di funzione che riguardano circa 20 dipendenti su 33, in quello che si chiama superminimo. L’indennità di funzione è legata al lavoro che si svolge ed ha 12 mensilità, il superminimo invece è svincolato dalle funzioni e comporta inoltre il suo riconoscimento su due mensilità in più, 14 invece che 12. Visto che fino alla fine dell’anno è in vigore l’attuale accordo integrativo ed un protocollo d’intesa non è neanche lo strumento adatto a fissare questo tipo di tematiche, abbiamo proposto di riconoscere ai dipendenti, per il 2019, una ‘una tantum’ per un importo equivalente alla richiesta e l’apertura di un tavolo per iniziare a studiare insieme il nuovo accordo integrativo a valere dal gennaio 2020 contestualmente all’interruzione dell’agitazione sindacale. A me, al nostro Cda e anche al nostro socio unico, sembrava una proposta equa che non penalizzava nessuno e che dà a tutti il tempo per studiare in modo idoneo ed in un clima positivo gli strumenti da adottare dal prossimo anno. Restiamo convinti che è la soluzione migliore per tutti e che consente comunque ai dipendenti di avere  l’adeguamento che chiedono per l’anno in corso. Ci sono infatti ancora cose da valutare per accogliere in modo strutturale le richieste avanzate dai sindacati, non ultimo il fatto che i nostri dipendenti, pur lavorando per un soggetto privato, svolgono, di fatto, mansioni per servizi pubblici e i loro stipendi non possono differenziarsi troppo da quanto  percepiscono i loro omologhi all’interno delle pubbliche amministrazioni. La volontà però è quella di soddisfare le richieste perché i risultati della società sono buoni e trovo giusto che chi lavora bene debba essere premiato”.

“Aggiungo anche – sottolinea Lepri – che le consulenze, tra l’altro piccola cosa in valore assoluto rispetto al bilancio, sono dovute proprio al gran numero e tipologia dei servizi richiesti rispetto al numero dei nostri dipendenti. Non possiamo trovare tutte le professionalità nelle 33 valide persone che abbiamo e, proprio in termini di economicità, non avrebbe molto senso dotarsi internamente di tali competenze”.

“Voglio ribadire, nonostante che siamo stati chiamati su un terreno sul quale non vorremo scendere, la nostra volontà di collaborazione – conclude il presidente di Siena Parcheggi – Voglio riconfermare la nostra piena disponibilità a discutere con i toni consoni e senza provocazioni inaccettabili qualsiasi argomento riguardi la società e il nostro patrimonio umano al quale teniamo. Lo dico a nome mio, della direzione e di tutto il cda”.