Siena Jazz, Piccini: “Sindaco incapace di gestire le critiche, avremmo potuto evitare una brutta figura per la città”

La vicenda del Siena Jazz testimonia lo “spirito di parte che ispira il Sindaco, la Giunta e la stessa maggioranza” e “l’incapacità di gestire le situazioni anche di critica quando si muovono in uno spirito unitario a tutto vantaggio dell’istituzione Comune e della città”.

Così il consigliere comunale di Per Siena Pierluigi Piccini ha commentato, sul suo sito, quanto è accaduto all’accademia musicale negli scorsi giorni. Qualche giorno fa, lo ricordiamo, il sindaco di Siena Luigi De Mossi ha incontrato Franco Caroni, direttore artistico dimissionario del Siena Jazz. “Ora De Mossi, che in consiglio comunale si era fermato ad un: “Noi votiamo a favore”, è costretto a modificare la sua proposta statutaria e a tenere conto delle osservazioni che Caroni gli ha fatto a nome della sezione Jazzistica dell’associazione, e delle critiche sollevate dal gruppo Per Siena”.

Ancora Piccini: “Sta succedendo quello che il gruppo “Per Siena” aveva previsto in consiglio comunale: lo statuto proposto dal Comune agli altri soci del Siena Jazz andava rivisto, perché errato sia nel metodo che nei contenuti. Nel metodo, perché la decisione di cambiare l’articolato statutario dell’associazione era partita motu proprio senza sentire gli altri soci. E così, il Comune rischiava di essere bocciato nella seduta dell’assemblea con la provincia e la componente strettamente musicale- continua Piccini-. Nei contenuti, perché non teneva conto di alcune norme di base per le associazioni del terzo settore e perché la proposta del comune ignorava la normativa dell’Afam per l’alta formazione. Le osservazioni fatte da “Per Siena”, che inseriamo di seguito all’articolo, determinarono un rinvio dell’approvazione dello statuto. Dopo un breve periodo di “riflessione” la maggioranza tornò in Consiglio Comunale e approvò lo statuto così come era senza tener conto delle osservazioni fatte-prosegue-. Questa ostinazione ha provocato le dimissioni del direttore artistico, Franco Caroni e una reazione del mondo del Jazz a livello nazionale e internazionale”.

Questa la chiosa della lunga riflessione: “l’amministrazione non appartiene ad una parte, ma dovrebbe rappresentare gli interessi generali della collettività, soprattutto nei casi come quelli sopra descritti. Qualcuno potrebbe dire: meglio tardi che mai: vero! Ma è anche vero che con un atteggiamento diverso avrebbe potuto evitare una bruttissima figura a Siena”.