Scotte, Pronto soccorso sotto assedio: 120 pazienti al giorno e in molti scoprono di essere positivi al virus

“In questa settimana abbiamo registrato un incremento di accessi di pazienti asintomatici che, dopo contatti o tamponi positivi effettuati in autonomia, hanno attivato il servizio di emergenza territoriale che li conduce in pronto soccorso per accertamenti medici, non per reali urgenze”.

L’allarme lanciato dall’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini qualche giorno fa si riflette pure sull’ospedale di Siena, tramite le parole di Giovanni Bova, direttore del pronto soccorso. Nel suo reparto entrano persone per i più svariati motivi che poi scoprono di essere positive al tampone , facendo così anche crescere così il numero dei degenti ricoverati per covid. “Ciò ha causato e continua a causare forti rallentamenti perché la gestione di un paziente covid, anche se asintomatico, richiede un processo di gestione e sanificazione complesso, oltre all’attivazione di percorsi dedicati che creano rallentamenti”, afferma Bova che poi compone l’idenkit di queste persone: “sono quotidiani gli accessi di soggetti positivi asintomatici che vivono soli, in particolare anziani che non hanno supporto a domicilio. Molti di loro sono vaccinati, hanno comorbilità e risultano positivi ma senza conseguenze dirette dell’infezione virale e potrebbero quindi essere assistiti a casa, in cure intermedie o alberghi sanitari. Si rivolgono a noi anche tanti pazienti oncologici positivi che si aggiungono a quelli in arrivo per trauma, problematiche chirurgiche o mediche non respiratorie che poi risultano positivi. Registriamo inoltre un aumento di casi pediatrici. Cito un esempio – aggiunge – : il 5 gennaio abbiamo trattato ben 20 pazienti positivi al covid ma abbiamo 6 box dedicati al covid, gli altri box sono per gli altri pazienti e dobbiamo mantenere separati i percorsi”.

L’Aou senese ha già individuato le soluzioni per gestire l’aumento delle presenze in pronto soccorso (da inizio 2022 una media di 120 accessi al giorno di cui circa il 20% di pazienti positivi al covid) “ma la situazione attuale necessita del supporto dei cittadini che ora più che mai dovrebbero ricorrere al pronto soccorso per reali urgenze, e dell’Asl Sudest che, se può, dovrebbe aumentare i propri posti di cure intermedie nel territorio-dice Bova-. Stiamo facendo davvero del nostro meglio per dare a tutti i pazienti una risposta ai loro bisogni assistenziali e ci scusiamo con i cittadini e con le associazioni di volontariato che si occupano di trasporto sanitario per le attese, sia in ingresso che in uscita, ed eventuali disagi che potranno ancora verificarsi e che, per quanto nelle nostre disponibilità, faremo di tutto per evitare”.

Senza troppi giri di parole anche il commento del dg delle Scotte Antonio Barretta: “L’aumento dei contagi sta mettendo a dura prova il nostro pronto soccorso – dice-. Oggi più che mai occorre fare squadra per evitare che l’ospedale entri in crisi a causa dei numerosi accessi quotidiani al Pronto Soccorso, connessi anche con l’elevato numero di contagi di questo periodo. Abbiamo identificato delle soluzioni organizzative per rafforzare il pronto soccorso ma il carico di lavoro è così impegnativo che devo rivolgere un appello a tutti i cittadini affinché lo utilizzino solo in caso di effettiva urgenza e in modo appropriato”.

“Contatterò le associazioni di volontariato del trasporto sanitario per spiegare il perché, in questo momento, i mezzi di trasporto potrebbero essere costretti a lunghe attese e, soprattutto, per identificare con loro eventuali soluzioni condivise alle difficoltà contingenti-prosegue-. Infine, è già fissato un incontro della nostra direzione aziendale con quella dell’Asl Sudest per discutere anche delle problematiche di questa fase della pandemia, così da identificare soluzioni condivise e di reciproco sostegno”