Russia-Ucraina, la rabbia di Montanari: “Dopo la pandemia abbiamo ricominciato ad ammazzarci”

L’annuncio della guerra in Ucraina coincide con un appuntamento che Università per stranieri di Siena, Arci provinciale e Cesvot avevano preso da tempo: la presentazione del decimo Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo.

Un evento che si apre con “Ninna nanna” cantata da Claudio Baglioni, una canzone che Trilussa aveva scritto alla vigilia della prima guerra mondiale. Non dice quanti studenti russi e ucraini ci siano attualmente all’Università per stranieri, il rettore Tomaso Montanari. E motiva con lo statuto dell’ateneo senese questa decisione. Del resto, dice nel suo saluto: “la pandemia non è ancora finita e non solo non siamo usciti migliori ma abbiamo ricominciato ad ammazzarci. Questo Atlante ha funzione di impedirci di addormentarci, perché le guerre non cominciano oggi e sono tante, anche se sembrano non riguardarci poiché fatte in paesi che consideriamo di serie B”.

Montanari cita l’articolo 2 dello Statuto del suo Ateneo che ricorda la “vocazione internazionale” della Stranieri, struttura dove culture diverse s’incontrano e dialogano tra loro. “La nostra università è la polemica contro lo stato delle cose. Questa polemica è l’unica guerra che ci piace – continua – , noi infatti siamo per le frontiere libere, che non siano occupate dai cannoni”. Il Rettore poi è passato a leggere la lettera di una studentessa che parla della situazione vissuto nel suo Stato, la Birmania,  colpito dal ritorno della dittatura.

“Come Università non ci schieriamo con nessuno, ma ripudiamo la guerra, come ha fatto il nostro Paese con l’articolo 11 della Costituzione – aggiunge Montanari -. Come cittadini e come membri dell’Università dobbiamo chiederci se le Istituzioni internazionali in cui ci troviamo, limitando la nostra sovranità, assicurino effettivamente pace e giustizia tra le nazioni. Dalla Ue fino alla Nato, dobbiamo chiederci se queste istituzioni sono nate per lo scopo che ho detto poco fa e dobbiamo porci sempre questa domanda con insistenza”

Alice Pistolesi, giornalista de L’Atlante, ha illustrato i contenuti del nuovo volume: “Nella decima edizione raccontiamo l’evoluzione delle guerre in corso. Ad ora abbiamo contato 34 conflitti e 15 situazioni di crisi”.

“L’Atlante serve anche a raccontare le origini delle migrazioni, delle ingiustizie, serve a fare riemergere il tema dei diritti umani”, così ha concluso Serenella Pallecchi, presidente di Arci Siena