Perfino la Corte dei conti europea chiede nuove strategia per il turismo

Con una dettagliata relazione speciale di sessanta pagine, perfino la Corte dei Conti europea si è accorta che è necessario – da parte della UE e dei singoli stati membri – una strategia tutta diversa in materia di finanziamenti e di progetti per il turismo.

Se non può essere definito uno schiaffo vero e proprio, è soltanto perché il linguaggio usato si mantiene entro confini di rispetto istituzionale, ma nella sostanza, si può veramente dire che la Corte dei Conti europea non fa sconti di nessun genere.

La citazione testuale è d’obbligo: “Dall’analisi condotta dalla Corte su progetti FESR Fondo europeo di sviluppo regionale) in materia di turismo sono emersi risultati contrastanti: alcuni progetti erano sostenibili e hanno contribuito a promuovere l’attività turistica nella regione, altri hanno avuto solo un impatto limitato. In diversi casi, carenze nella pianificazione iniziale dei progetti e nelle valutazioni dei bisogni, nonché nella fase di selezione dei progetti, si sono tradotte in limitazioni della portata dei progetti, in ritardi e in sforamenti dei costi durante l’attuazione”.

Insomma, se ne sono accorti perfino loro, che pure hanno tante altre cose a cui pensare.

Immagino e temo che questa relazione speciale (la trovate qui) non avrà un grande numero di lettori, ed è sicuramente un peccato perché è scritta in termini molto chiari e comprensibili a tutti. Ad esempio, laddove sottolinea che la strategia dell’Unione Europea in materia di turismo è – nonostante un paio di blandi aggiornamenti – quella definita nel 2010, che in questo settore equivalgono a due ere geologiche. E, come se non bastasse, “la mancanza di ambizione nella definizione di una nuova strategia in materia di turismo” si riflette anche nella riduzione significativa del personale che si occupa della politica in materia di turismo.

Il quadro è dunque preoccupante, ed il disinteresse delle amministrazioni nazionali, regionali e locali verso il turismo coinvolge evidentemente anche le istituzioni europee. E questo, nonostante l’Unione Europea sia la regione più visitata al mondo (37 % di tutti gli arrivi di turisti internazionali nel 2019) ed il turismo rappresenti il 9,9 % del prodotto interno lordo e l’11,6 % di tutti i posti di lavoro.

La Corte dei Conti europei esorta infine la Commissione UE e gli Stati membri a selezionare progetti che siano basati su analisi della domanda e valutazione dei bisogni al fine di limitare il rischio di inefficacia; coordinati con progetti nelle zone limitrofe, allo scopo di limitare le sovrapposizioni e la concorrenza; capaci di avere un impatto sullo stimolo dell’attività turistica nella regione; sostenibili ed adeguatamente mantenuti negli anni dopo esser stati completati.

Le stesse cose che vengono dette da tante persone e da tanti anni.

Roberto Guiggiani