Pay Care, Cesarano: “L’azienda non sa che vuole fare da grande. Serve un piano di rilancio per Monteriggioni”

Dal tavolo in Regione “è emerso che Pay Care non sa cosa vuole fare da grande. Fim-Cisl dice: bene l’incentivo all’esodo ma voglio un piano di rilancio industriale per Monteriggioni”.  Lo dice Giuseppe Cesarano, segretario di Fim-Cisl, commentando l’esito del tavolo odierno in Regione dove l’azienda, come spiegato in una nota, ha annunciato  la sospensione degli incentivi aziendali per favorire l’esodo volontario dei lavoratori dalla sede di Monteriggioni. “A dicembre scade la solidarietà – ha aggiunto Cesarano – e qui si naviga a vista”. Prosegue poi il sindacalista: “L’azienda non cambia posizione. Tutto resta congelato. E non riusciamo a capire questa scelta perché non c’è lavoro per 50 persone. Mi sembra incomprensibile che sia mantenuto l’incentivo all’esodo”.  La Regione intanto “si metterà a lavoro fin da subito per cercare un confronto e trovare una soluzione il più rapidamente possibile. Anche perché nel frattempo lo stesso gruppo Com Data (a cui Pay Care fa capo) che viene chiamato in causa dinanzi alla Regione anche nella sua terza e più consistente articolazione aziendale toscana, ovvero il call center di Livorno. Oggi siamo stati contattati anche dai lavoratori di lì”, come confermato in una nota. I sindacati invece si preparano alla manifestazione che è prevista per domani: “Ribadiremo che è fondamentale che l’azienda sblocchi la trattativa”, ha aggiunto Cesarano.  “Al nuovo sindaco di Siena chiediamo attenzione verso il territorio – ha concluso il sindacalista – e soprattutto chiediamo al Governo nazionale di seguire insieme sia la vertenza Pay Care che quella di Whirlpool”.