Nomina Santa maria della Scala, Valentini: “Il sindaco declassa il museo senese”

“Con una ‘rigirata’ degna di un famoso episodio del Palio del 1961, il sindaco De Mossi smentisce il suo programma elettorale”. Con queste parole Bruno Valentini, ex sindaco adesso consigliere comunale per il Partito Democratico, torna a parlare delle vicende del Santa Maria della Scala. Tutto questo da quando il precedente menager, conteso dai migliori musei italiani, è stato fatto fuori per far subentrare un nuovo direttore del Santa Maria, che non è mai arrivato.

“Declassa il Santa Maria della Scala non solo non nominando un direttore esterno, ma addirittura eliminando il dirigente interno che ne aveva finora retto la responsabilità – dice Valentini -. Dopo aver licenziato un manager che i migliori Musei italiani si contendono e mandato a ramengo il bando già indetto per la sostituzione, la Giunta ha revocato la precedente delibera allo scopo di “alleggerire il ruolo” di chi coordinerà il Santa Maria della Scala, puntando invece ad una “conduzione collegiale”, collocata all’interno dello staff – segreteria del Sindaco, in vista della ormai mitica “ipotesi di Fondazione”.

“Un declassamento in piena regola di ciò che doveva essere il “perno di un nuovo modo di intendere la politica culturale ed un’offerta turistica di alto livello”, come da programma elettorale – conclude -. Progettualità che non è mai partita e che si è sostanziata in una stanca riproposizione di mostre che hanno già fatto il giro d’Italia e che pertanto sono poco attrattive, come dimostrato dal flop della rassegna su Tex Willer. Nel frattempo, mentre il Duomo riparte con la propria offerta a pagamento, il Santa Maria della Scala continua nella controproducente politica di ingressi gratuiti, che costa 300mila euro ai contribuenti senesi e comporta la chiusura di molte sale ai piani inferiori. Meno male sono stati lasciati in eredità progetti e finanziamenti per la prosecuzione della ristrutturazione, altrimenti il quadro sarebbe stato ancora più desolante, nonostante l’incauta promessa di… fare concorrenza al Louvre”.