Mps, stop ai negoziati. Letta: “Unicredit pensava a svendita”, Fisac Cgil chiede un intervento a tutela della Banca

Non accennano a fermarsi le reazioni da politica e sindacati in seguito all’ufficialità dello stop tra Unicredit e Mef per Mps. Intanto la nebbia non si dirada sul futuro dell’Istituto di Rocca Salimbeni.

In diretta a Che Tempo che fa parla il segretario del Pd Enrico Letta: “Ora c’è bisogno di avere più tempo nel rapporto con l’Europa e dall’altro di avere più opzioni in campo. Credo che ci siano le possibilità di farlo. Da adesso in poi sono sicuro che ci saranno più opzioni”, dice il deputato eletto di Siena che aggiunge “Sul fallimento nei negoziati tra Unicredit e il ministero dell’Economia e delle finanze l’impressione è che Unicredit pensasse di partecipare a una svendita, invece il ministero e’ stato assolutamente corretto nel mondo in cui ha portato avanti la vicenda visto che si parla della più antica banca del mondo”.

Esulta anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.: “Il Monte dei Paschi di Siena ce la può fare, senza dover essere incorporato in altra banca. Oggi ci giunge la notizia positiva della interruzione della trattativa Unicredit-Mef”. Giani pensa ad un Monte “che abbia le condizioni per poter maturare un processo diciamo di continuità nelle voci positive della sua gestione corrente e conseguentemente di potersi prospettare, magari con un aumento di capitale, anche un percorso che dia autonomia al Monte, mantenimento del ruolo in Toscana, ma soprattutto mantenimento del brand e dell’occupazione”

Dal centrodestra si alzano le voci dei rappresentanti della Lega. In particolare Alberto Bagnai, responsabile economia del Carroccio parla di un “epilogo evitabile di una trattativa impostata male, cioè considerando un unico contraente, e condotta peggio, cioè piegandosi all’illimitato vantaggio negoziale conferito alla controparte”, ricordando che “la Lega aveva più volte sottolineato come lo scenario stand-alone fosse il più economico e razionale da percorrere anche in un’ottica sistemica, in vista della costituzione di un terzo polo del credito a servizio delle imprese e dei territori”.

Dal mondo dei sindacati parla il segretario generale della Fabi Lando Maria Sileoni che, durante “Zuppa di Porro”, risponde alla domanda sul cosa può accadere dopo che si è interrotta la trattativa Mef- Unicredit. “L’unica cosa che può accadere, non essendoci pronta un’alternativa, è quella di prendere tempo. Il Governo dovrebbe chiedere a Bruxelles una deroga di 6 mesi o di un anno”, afferma Sileoni.

Fisac Cgil chiede infine “un intervento urgente a tutela dell’integrità e del futuro di Monte dei Paschi”, si legge in un comunicato. “Riteniamo che debba essere affrontato e risolto il nodo cruciale della ricapitalizzazione e, attraverso la proroga dei termini concordati con l’Unione Europea per l’uscita dello Stato dal capitale della Banca, ricercate altre possibili soluzioni improntate ad una reale fattibilità e sostenibilità”, proseguono dalla Fisac.