Monteriggioni, due aree pubbliche intitolate a Nilde Iotti e Gino Strada

Due aree pubbliche intitolate dedicate a due figure italiane che hanno fatto la storia: Gino Strada e Nilde Iotti. Questa la scelta della giunta di Monteriggioni deliberata con un atto.

“Gino Strada, medico e uomo di pace è stata una figura che ha lasciato un segno di grande umanità soprattutto per quanto riguarda l’accoglienza, una tematica molto cara alla comunità di Monteriggioni- spiegano dal Comune in un comunicato-. Strada ha insegnato che se qualcuno sta male, ha fame o è malato riguarda tutti, un modo di essere e vivere che l’Amministrazione vuole sottolineare con questa decisione”. La nota prosegue: “Nilde Iotti è stata interprete autorevole delle istituzioni democratiche e si è sempre battuta per la democrazia. Prima nella lotta della Resistenza, poi negli anni bui del terrorismo. L’intitolazione di una via a Nilde Iotti, è la prima che viene effettuata a Monteriggioni nei confronti di una donna della storia contemporanea ed ha un connotato educativo, di insegnamento del valore di una politica popolare, che deve coinvolgere tutti in modo attivo”.

“Gino Strada e Nilde Iotti – afferma il sindaco di Monteriggioni Andrea Frosini – hanno fatto della coerenza e del servizio per gli altri la loro ragione di vita e dunque simboleggiano quei valori che caratterizzano la nostra comunità, da sempre aperta e sensibile all’aiuto nei confronti del prossimo. Queste intitolazioni vogliono anche essere un gesto che assume un significato simbolico in ragione di quelle che sono le notizie degli ultimi giorni”.

Soddisfatti i volontari di Emergency Siena. L’amministrazione di Monteriggioni fa sapere di essere al lavoro con il gruppo per una celebrazione specifica in occasione dell’intitolazione. “Che uno spazio pubblico porti il nome di Gino – dicono– è non solo un riconoscimento per il suo lavoro, ma soprattutto un auspicio per tutti e tutte coloro che lo abiteranno o lo attraverseranno. È un impegno a mantenere aperto e solidale un pezzo di terra, è l’idea che dove altri costruiscono muri si vogliano invece costruire luoghi di incontro, in cui l’altro possa apparire soltanto per ciò che è: un essere umano”

“Le immagini – conclude il sindaco Frosini – che abbiamo visto in questi giorni sui nostri schermi televisivi e sulle pagine dei giornali riferite a quanto sta accadendo in Afghanistan raccontano l’esodo di un popolo, ma anche la paura, l’incertezza e la brutalità. La storia pone di fronte tutti noi ad una presa di posizione. È anche in ragione di quanto sta accadendo in questi giorni la scelta delle due intitolazioni. La nostra terra come luogo di pace, contraria ad ogni forma di sopraffazione e violenza”