Liberazione, il presidente Enrico Rossi: “Festeggiare non è retorica ma difesa di un patrimonio di tutti”

“Festeggiare la nostra liberazione dal fascismo e dal nazismo come italiani, come Toscani, significa certamente gioire ancora una volta; meditare, custodire la memoria dei partigiani e di tutti gli antifascisti che hanno riconquistato le nostre città alla civiltà e al rispetto dell’uomo sull’uomo; assicurasi che questa memoria giunga ai giovani, nelle scuole, nelle famiglie, nei luoghi di aggregazione e di vita”. Questo il senso delle iniziative per il 25 aprile secondo il presidente della Regione Toscana che sottolinea come celebrare il 25 Aprile serva anche a ritrovare la radice della democrazia rappresentativa, dei partiti democratici, del parlamento, delle libere elezioni.

“Ecco perché il 25 Aprile – continua Enrico Rossi – è sopratutto una grande responsabilità collettiva: consapevolezza che libertà e democrazia non sono “doni” ma conquiste raggiunte con la lotta; patrimonio collettivo da presidiare e manutenere costantemente”.

Per il governatore ricordare equivale a militare, battersi e parteggiare. Essere partigiani della memoria, per Enrico Rossi, deve essere l’esigenza profonda del tempo presente.

“In questo tempo i diritti dei lavoratori, delle donne, l’inviolabilità delle persone e la Costituzione stessa sono tornati sotto attacco- continua Enrico Rossi-.Festeggiare il 25 Aprile non è quindi vuota retorica – come balbettano i tanti improvvisati maestri dell’indifferenza – ma rispetto e difesa di queste grandi premesse della nostra Repubblica. Non bisogna essere pessimisti né disperare, la Costituzione italiana è viva. E se lo è la Carta, lo sono anche i valori e le forze storiche di fondo che hanno contribuito a scriverla. In questo orizzonte c’è la spinta ideale con la quale impegnarsi, affrontare e vincere le sfide attuali”.