Le Docg toscane: Carmignano

Concludiamo l’esplorazione delle Docg storiche della Toscana parlando della Carmignano (in provincia di Prato), una delle più piccole denominazioni d’Italia; Carmignano è prodotta da soli 10 produttori, il cui territorio vitato si estende fino a ca. 200 ettari totali (tanto per renderci conto delle dimensioni, considerate che il parco delle Cascine a Firenze è di 160 ettari). Numerosi sono i documenti che attestano l’esistenza del vino in questa zona, sin dai tempi più remoti tanto che il Carmignano fu inserito nel decreto del Granduca Cosimo III de’ Medici nel 1716 tra le 4 zone a vocazione viticola del Granducato di Toscana (accanto a quelle del Chianti Classico, del Valdarno di Sopra e del Pomino/Chianti Rufina). Il Decreto si può considerare un vero e proprio disciplinare, in quanto regolamentava con norme precise la produzione, i limiti geografici, il commercio dei vini prodotti in tali aree. Alla fine del 1800 e nei primi anni del 1900 la cantina dell’azienda del Marchese Niccolini produceva ed esportava il Carmignano. Nonostante la fama e gli apprezzamenti, negli anni ’30 del secolo scorso, la denominazione fu inglobata nella doc Chianti Montalbano; per tornare a parlare di Carmignano si dovrà attendere il 1975, anno in cui finalmente fu riconosciuta la Doc Carmignano. Si tratta in questo caso di un recupero di un’identità perduta e da valorizzare, il cui apice viene raggiunto nel 1990 con il riconoscimento della Docg. In effetti il Carmignano è un vino molto diverso dal Chianti per la presenza da almeno cinque secoli del Cabernet (a quei tempi chiamato “uva francesca”, perché sembra sia stata trapiantata per desiderio di Caterina de’ Medici, quando era regina di Francia). Per questa sua caratteristica può essere considerato un antenato dei “Super Tuscan” (cioè i vini Toscani oggi molto in voga, nei quali il Sangiovese viene assemblato con Cabernet o Merlot). Il Carmignano si compone infatti di Sangiovese minimo 50%, di Cabernet Franc e/o Cabernet Sauvignon dal 10 al 20%, di Canaiolo fino al 20% di Trebbiano Toscano, Canaiolo bianco e Malvasia del Chianti, da soli o congiuntamente, fino a un massimo del 10%.

Ha un colore rosso rubino vivace; un odore vinoso dal profumo intenso, anche di mammola, e con pronunciato carattere di finezza per l’invecchiamento; un sapore asciutto, sapido, pieno, armonico, morbido e vellutato. E’ un vino adatto all’invecchiamento, che si accompagna bene con bistecca alla fiorentina, arrosti o carni alla griglia, scottiglia o peposo.

Il fratellino minore è il Barco Reale Doc (si trova anche nella tipologia rosato), che ha lo stesso uvaggio, ma un invecchiamento più breve.

 

Stefania Tacconi