Landolfi: “Così abbiamo fatto la spesa per cento famiglie torritesi”

E’ durato la bellezza di cinque mesi il progetto attivato dall’amministrazione comunale di Torrita di Siena per aiutare e sostenere chi a causa dell’emergenza Coronavirus ha vissuto delle difficoltà economiche. Con il piano Conte per il soccorso alimentare nel Comune della Valdichiana sono arrivati poco meno di 48mila euro finanziati dallo Stato. Che sono serviti per acquistare generi alimentari e di prima necessità distribuiti poi alle famiglie bisognose. “Ne abbiamo aiutate 92 – afferma l’assessore comunale Mario Landolfi (nella foto) – per un totale di circa 300 concittadini, vale a dire il 5% della nostra popolazione. Se consideriamo che ancora più persone sono state aiutate e sostenute attraverso il Banco alimentare gestito dalla Caritas arriviamo ad un totale di 700 persone, praticamente il 10% della popolazione torritese”.

Sono numeri importanti, che testimoniano quali siano state le difficoltà vissute da marzo in avanti. Il Comune di Torrita di Siena ha fatto una scelta, non limitandosi a consegnare il buono spesa alle famiglie bisognose ma andando in prima persona a fare la spesa. In questo modo dipendenti comunali e volontari della Misericordia si sono recati nelle attività con le quali è stata attivata la convenzione e hanno comprato pasta, verdura, frutta e pure generi di prima necessità come ad esempio pannolini per bambini che poi hanno consegnato direttamente alle famiglie casa per casa. I requisiti per poter beneficiare di questa opportunità sono stati decisi dalla Società della salute.

“Mi pare che il nostro aiuto sia stato apprezzato – dichiara Landolfi –, molti nostri concittadini ci hanno ringraziato per come abbiamo gestito questa iniziativa negli ultimi mesi. Abbiamo coinvolto gli esercenti del territorio, abbiamo portato i pacchi nelle abitazioni e abbiamo cercato di accontentare tutti. Ricordo che il Comune ha anche distribuito le mascherine che erano arrivate dalla Regione Toscana e altre che sono state acquistate e offerte da privati o aziende. Anche in quel caso la distribuzione è stata fatta in alcuni luoghi indicati e stabiliti e pure casa per casa, con dipendenti, assessori e consiglieri comunali che si sono dati da fare per la collettività”.