La Super League ed il turismo del calcio

La Super League europea di calcio è durata meno di quarantotto ore perché era un progetto costruito solo sui vantaggi finanziari delle squadre coinvolte (peraltro tutti da dimostrare), senza nessun valore di carattere sportivo. E senza tener conto della passione dei tifosi, che sono anche il motore del turismo del calcio.

Un fenomeno – il turismo del calcio – che parte da un aspetto per così dire “ruspante”, che è quello dei tifosi che trascorrono almeno una parte delle loro vacanze estive nella località di montagna scelta dalla propria squadra del cuore. Che in tempi più romantici potevano essere l’Amiata o Volterra, mentre adesso Trentino Marketing investe dei bei soldi per ospitare le squadre di calcio (18 formazioni nel 2019) anche con contratti pluriennali che hanno sempre prodotto buoni incassi per le strutture delle varie località. La Fiorentina va in ritiro a Moena da ben otto anni ed il contratto comprende anche il logo della Val di Fassa sulla maglia viola per dieci partite ed iniziative studiate ad hoc per i tifosi viola, per promuovere l’offerta turistica del territorio trentino in vista delle vacanze invernali e di quelle estive.

Un fenomeno – il turismo del calcio – che prosegue con gli stadi aperti al pubblico, primo fra tutti il Camp Nou di Barcellona che ospitava, nel 2019, una media di circa 4000 visitatori al giorno al non modico costo di 26 euro per il biglietto base che in due ore consente la visita a campo, spogliatoi, tunnel, sala stampa, museo del Barcellona, Sala dei Trofei, area multimediale ed il nuovo spazio dedicato a Lionel Messi. Un giro d’affari da 50 milioni di euro, “pari al fatturato di 7/8 tra le squadre della Serie A ha raccontato compiaciuto Francesco Calvo, chief revenue officer della società catalana. Lo Juventus Museum a Torino, aperto nel 2012, è solidamente tra i 50 musei più visitati d’Italia, con 200 mila visitatori.

Spetta invece alla Premier League, il record di turisti stranieri che si recano in uno stadio inglese: si era di fatto raggiunto un milione di persone nel 2019, tanto che l’agenzia nazionale per il turismo Visit Britain ha creato un ampio spazio del suo sito internet dedicato proprio al calcio.

E si arriva infine alla vendita dei biglietti, all’impatto economico delle trasferte, che in Italia si stima in un valore di 300 milioni di euro, oltre il 40% del totale concentrato su Torino, Milano e Roma e pensate quanto possano valere appunto Champions League, campionati europei e campionati mondiali, quando si potrà tornare a frequentare gli stadi. Secondo una ricerca dello scorso anno di Booking.com il 41% degli italiani preferirebbe mettersi in viaggio per seguire le imprese della propria squadra di persona, piuttosto che trascorrere le vacanze con la propria famiglia ed il 12% degli italiani “confessa” che spenderebbe di più per viaggiare per assistere a un importante evento sportivo che per un regalo di compleanno per il proprio partner o il proprio figlio.

Ma ci vuole un valore sportivo, autentico, di gioia e sofferenza che una Super League di plastica non dimostrava di avere.

Roberto Guiggiani