La scuola al tempo del Coronavirus: Andrea Sguerri, il prof “re” dei social

Chi lo avrebbe mai detto che per far nascere la scuola 3.o ci sarebbe voluta una pandemia? Nessuno se lo sarebbe aspettato, soprattutto nel 2020, epoca delle intelligenze artificiali e automobili con l’autopilota. Eppure eccoci qua, in quarantena ormai da una settimana, con la nuova scuola dove per poter fare lezione serve un buon computer ed una connessione adsl.

La chiusura delle scuole dobbiamo constatare che sia passata quasi come un evento naturale, come la più normale delle cose, dando per scontato che la soluzione della lezione a distanza sarebbe stata la più facile e funzionale di tutte. Ed invece non è così, perché la cosiddetta didattica frontale, ovvero le lezioni in classe sono importantissime, perché i professori oltre al mero insegnamento, “costruiscono una sorta di tessuto sociale”, come dice Andrea Sguerri, insegnante di lettere del liceo scientifico Galileo Galilei. Un insegnante come tanti altri che da un giorno all’altro si è trovato catapultato quasi in un’altra dimensione, stravolgendo di punto in bianco il suo insegnamento, costretto davanti ad un computer a dover insegnare per via web.

Il professore dobbiamo dire che la sfida della didattica a distanza l’ha accolta molto bene, trovando la formula giusta per unire ‘l’utile al dilettevole’ come si suol dire, creando dei video attraverso i quali parla ai suoi ragazzi, in maniera divertente non troppo pesante, ma fornendo spunti interessanti e di riflessione. Dall’Odissea, passando per la Rivoluzione Scientifica fino ad arrivare alla Divina Commedia, così Andrea racconta i suoi ragazzi il programma scolastico.

“Devo dire che gli ultimi tre giorni prima della chiusura della scuola sono stati terribili – fa sapere il professor Andrea Sguerri -, con i professori ci siamo interrogati a lungo cercando di capire quale fosse il metodo giusto per continuare a fare lezione a distanza. Molti professori trovavano naturale l’associazione casa uguale vacanza, o meglio, più tempo per studiare. A mio avviso non è così, stare a casa non vuol dire avere più tempo, dobbiamo capire che questo periodo è tanto traumatico per noi professori quanto per i nostri alunni”.

“Io non volevo incappare nell’errore di risultare troppo pesante, perdendo l’attenzione dei miei alunni – continua il professore -. Ho iniziato a fare questi piccoli video-lezione, delle pillole, dove cerco di riassumere alcune parti del programma cercando di essere anche un po’ ironico, altrimenti si rischia di diventare troppo pesanti. I miei studenti hanno accolto molto bene il lavoro da casa, cerchiamo di restare in contatto e attraverso i miei video cerco di fornire loro alcuni esercizi da fare, che poi mi manderanno via mail”.

Dobbiamo dire che la formula di Andrea è risultata vincente ed ha avuto anche un grande successo sui social. Si perché, il professore ha deciso di condividere con tutto il popolo ‘Facebookiano’ i suoi elaborati. Molte persone si sono complimentate trovando molto interessanti le lezioni.

“Ho deciso di condividere su Facebook e Youtube le mie lezioni – commenta Andrea Sguerri – d’altronde in questo brutto periodo forse abbiamo trovato la vera utilità di Facebook, ovvero quella di restare in contatto nonostante la distanza”.

Ma nonostante i bellissimi video, Andrea non condivide assolutamente questa ‘nuova scuola’, tanto per rimanere in tema di decreti ministeriali, perché la lezione si fa confrontandosi di persona cercando lo sguardo dello studente. E non parliamo dell’impatto negativo che questa quarantena potrà avere sulla scuola.

“Cerchiamo tutti di far fronte al Coronavirus – ribadisce il professor Sguerri – ma non dobbiamo assolutamente pensare che la lezione a distanza sia una soluzione a lungo termine. Fare lezione vuol dire confrontarsi di persona, il contatto con uno studente, fare lezione è uno sguardo, un sospiro oppure un’intesa, il ruolo dell’insegnante non è solo inculcare nella testa delle persone delle nozioni di storia o italiano, insegnare è soprattutto socialità”.

“Non dobbiamo nemmeno sottovalutare l’impatto negativo derivante da questa situazione – conclude il professore -. Se questa quarantena, come credo, durerà ancora di più rispetto al termine previsto, temo che si avrà un grande danno a tutta la scuola di qualsiasi grado ed ordine. Un problema in più per chi dovrà sostenere la maturità, perchè il giorno in cui andranno ad affrontare l’esame l’ordine arriverà dall’alto, ovvero dal Ministero, ed allora non potranno essere più tutelati dal professore. Mi auguro che lo Stato prenda in considerazione questa problematica ed attui dei sistemi per rendere gestibile il problema maturità”.

Niccolò Bacarelli