La bottiglia gigante del Chianti classico reinterpretata dagli artisti contemporanei

Se il territorio del Chianti Classico in passato fu fonte di ispirazione per i grandi artisti dai tempi di Vasari e Leonardo nel 1500, come ad esempio nell’Allegoria nel Salone dei 500 a Palazzo Vecchio, in cui è ritratto il Chianti come un imponente vegliardo sul cui scudo campeggia un Gallo Nero, oggi il prestigioso vino toscano, torna ad essere fonte di ispirazione per gli artisti contemporanei.

Il Consorzio Vino Chianti Classico ha promosso e ideato “A(rt) message in a (Chianti Classico) bottle”, un’iniziativa in collaborazione con TerraMedia APS, con i curatori Davide Sarchioni, Fiammetta Poggi e Isaco Praxolu, che mette al centro la tipica bottiglia bordolese in formato gigante e tridimensionale, rivisitata e reinterpretata da sette artisti contemporanei. Le installazioni sono inserite nelle piazze di alcuni comuni del Chianti Classico, come opere di arte urbana, fruibili da tutti e resteranno in esposizione nelle piazze fino al 30 settembre. Gli artisti che hanno firmato queste opere provengono da percorsi e linguaggi visivi eterogenei, che partendo da una bottiglia come tela bianca, hanno saputo inventare l’opera, traendo ispirazione dal paesaggio, dai colori, dalla storia del vino.

Francesco Bruni, Corn 79, Camilla Falsini, Thomas Lange e Eliseo Sonnino, hanno eseguito i rispettivi interventi pittorici e materici sulla riproduzione tridimensionale in legno di una bottiglia “bordolese” gigante (tra i 350 e i 400 cm di altezza), utilizzando la superficie come fosse una tela bianca; per Clet la bottiglia diventa una fantasiosa abitazione, mentre per Numero Cromatico la bottiglia è il soggetto di un grande stendardo.

Per scoprire le bordolesi formato XXL, occorre andare a Gaiole in Chianti per vedere quella di Francesco Bruni, a San Donato in Poggio per trovare quella di Clet, a Castelnuovo Berardenga per quella di Corn 79, mentre a Radda in Chianti c’è quella di Camilla Falsini, a Greve in Chianti quella di Thomas Lange, a Castellina in Chianti quella di Numero Cromatico e infine quella di Eliseo Sonnino a San Casciano in Val di Pesa. Per conoscere la collocazione delle opere si può consultare il sito www.chianticlassico.com .

Questa mostra si inserisce in un progetto artistico più ampio e diffuso nel territorio, che ospita anche Chiantissimo, la rassegna di installazioni con i comuni di San Casciano in Val di Pesa, Greve in Chianti e Barberino Tavarnelle, e le numerose opere d’arte in esposizione nelle collezioni permanenti delle aziende vitivinicole. Il Consorzio mette a disposizione del proprio territorio un progetto ampio di promozione in sinergia con iniziative che toccano oltre all’arte, la musica (Meet Music), il teatro (Meet Theatre) e ovviamente il vino, rivolte ai turisti e ai cittadini con lo scopo di esaltare la vocazione culturale del Chianti Classico e delle sue produzioni di eccellenza.

“Questa terra è fonte di ispirazione per gli esponenti di varie forme artistiche da secoli” dichiara il direttore Carlotta Gori, “come un vino che trae le sue caratteristiche identitarie dal luogo da cui proviene, anche queste opere sono fortemente connotate dal loro legame con la loro musa, la bottiglia di Chianti Classico, e per questo vivono in dialogo con i luoghi in cui sono state installate, nei nostri bellissimi borghi, per raccontare con forme nuove una storia secolare”.

 

Stefania Tacconi