Istituto per sordi Tommaso Pendola, una ricchezza da preservare

Il Presidente dell’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona “Asp città di Siena”, Mario Valgimigli, ha accompagnato l’imprenditrice Elena D’Aquanno in visita a Siena in questi giorni, all’interno di uno dei tre istituti storici che formano l’azienda pubblica senese di servizi alla persona: l’istituto per sordi Tommaso Pendola.

Una vita spesa come consulente ambientale per aiutare aziende pubbliche e private a smaltire correttamente i rifiuti, Elena D’Aquanno a capo della Foredmetal Srl, azienda specializzata nella gestione dei rifiuti,

è da sempre impegnata nel settore del recupero dei materiali di scarto e attiva nel sociale.

L’istituto Tommaso Pendola risalente al 1828, prende il nome dal suo fondatore, Padre Tommaso Pendola, e comprende anche un museo davvero interessante attraverso il quale è possibile riconoscere la straordinaria opera formativa e caritatevole del religioso, oltre a racchiudere cimeli e oggetti antichi.

L’ASP Città di Siena ha rilevato l’Istituto dopo un periodo di chiusura; oggi il “Pendola” continua a promuovere percorsi di formazione ed educazione specifica per sordi, iniziative volte alla socializzazione, oltre a svolgere un lavoro continuo di studio e prevenzione della sordità, costituendo un punto di riferimento per le persone sorde che vi si affidano in cerca di assistenza.

“Personalmente – racconta l’imprenditrice D’Aquanno – sono rimasta affascinata dal nutrito numero di testi conservati all’interno della struttura e dalla camera di Padre Pendola, conservata pressoché intatta dalla sua morte, uno spazio umile per accogliere un uomo di grande levatura morale e intellettuale”.

Il museo è stato inaugurato in occasione del bicentenario della nascita di Padre Pendola (1800-1883), il cui materiale raccolto è ampio e variegato.

“E’ un gioiello che merita di essere visitato e inserito in un circuito di visite culturali – prosegue l’imprenditrice – all’interno è possibile ammirare i riconoscimenti ricevuti per l’attività di studi didattico-pedagogici svolti da Padre Pendola; le ricostruzioni degli spazi come i dormitori, le cucine ben attrezzate, il refettorio, i bagni, i luoghi di apprendimento e di studio con attrezzature specifiche per l’insegnamento orale e i laboratori per la formazione professionale”.

All’interno del complesso sono presenti anche numerose fotografie che raccontano le trasformazioni subite da questo luogo e la grande quantità di bambini e ragazzi che hanno vissuto e si sono formati al “Pendola”.

“La città di Siena – conclude l’imprenditrice – racchiude tante meraviglie e questa parte di storia va valorizzata per proseguire l’opera di assistenza ai sordi sulle orme del suo illustre fondatore, andando incontro alle sfide sempre nuove che la società ci pone davanti”: