Importanti novità dal Chianti classico: arriva l’indicazione dell’unità geografica aggiuntiva

Recentemente l’assemblea dei produttori del Consorzio del Gallo Nero ha introdotto un’importante novità, che permette alle aziende vinicole di indicare in etichetta la zona di provenienza del vino denominata ”unità geografica aggiuntiva” (UGA), possibilità che è data dalle vigenti normative nazionali e europee per i vini Dop. 

La decisione è stata presa a larga maggioranza dei soci e dopo anni di considerazioni e valutazioni, per cui le aree individuate sono state identificate in base a specifici criteri di riconoscibilità. Le Uga identificate sono 11: Castellina, Castelnuovo Berardenga, Gaiole, Greve, Lamole, Montefioralle, Panzano, Radda, San Casciano, San Donato in Poggio (comprensivo dei territori di Barberino Tavarnelle e Poggibonsi), Vagliagli. In questa prima fase, le Uga potranno essere indicate solo nelle etichette della Gran Selezione, ma in futuro c’è la disponibilità e l’apertura all’applicazione anche alle altre tipologie Riserva e Chianti Classico annata. Per la Gran Selezione è stata introdotta un’altra importante novità: l’assemblea ha infatti approvato la modifica del disciplinare con la quale si innalza la percentuale di Sangiovese dall’80% al 90%, per quanto concerne il restante 10%, si potrà ricorrere ai soli vitigni autoctoni;  dunque non sarà più ammesso l’utilizzo dei vitigni internazionali. Un bel passo in avanti verso la valorizzazione e l’identificazione del territorio, con le sue caratteristiche. Come osserva Giovanni Manetti, Presidente del Consorzio (recentemente nominato Cavaliere della Repubblica!) “E’ il territorio che fa la differenza: è da sempre uno dei nostri motti preferiti – osserva Giovanni Manetti, presidente del Consorzio -. Quello del Chianti classico è un territorio davvero unico” e “il vino rispecchia il territorio come un’immagine fotografica in negativo, e per questo è così importante sia preservare il suo contesto ambientale e paesaggistico che poterlo raccontare al consumatore, nelle sue varie sfaccettature, anche attraverso l’etichetta”.

Stefania Tacconi