Esclusività ed eccellenza: i club delle aziende vinicole

Un fenomeno che sta dilagando, proprio per effetto dei cambiamenti introdotti per fronteggiare la crisi contingente nel mercato vinicolo, determinata dal Coronavirus, è il proliferare dei Club all’interno delle cantine vinicole.

Questo evento in realtà non è nuovo, infatti sono molte le aziende storiche che da tempo avevano elaborato una formula di vendita, dedicata ai clienti più affezionati. Se precedentemente si trattava di un fenomeno di nicchia, i rapidi cambiamenti nel mercato del vino, dopo più di un anno senza fiere (anche il Vinitaly è stato cancellato) e senza la possibilità di poter incontrare clienti ed operatori, spingono sempre più produttori a dotarsi di questa nuova strategia, per poter fidelizzare i propri acquirenti.

Secondo l’Osservatorio del Vino Wine Monitor Nomisma, che ha analizzato un campione di 165 tenute, nel 2019 solo l’11% era dotata di un club. Secondo le stime, questo dato è destinato ad aumentare nel 2021, tanto che su 100 cantine, più della metà si doterà di un circolo elitario. Come funzionano e cosa offrono questi club del vino? Facendo leva sul concetto di esclusiva, e di eccellenza, offrono ai propri associati dei privilegi riservati.

Ogni azienda elabora la propria offerta. Così la carta associativa potrà dare accesso all’acquisto di annate vecchie, difficilmente reperibili in enoteca; etichette di artista in serie limitata; magnum autografate; sconti personalizzati sui vini in commercio; inviti ad eventi aziendali o a visite in cantina con degustazione. A seconda della politica di vendita strategica, associandosi, si potranno anche accumulare punti e ricevere premi. L’idea è quella di coccolare il consumatore abituale, rendendolo partecipe e affezionato, conferendogli un accesso privilegiato ai prodotti, ma anche a conoscere la casa vinicola, e le notizie ad essa inerenti.

 

Stefania Tacconi