Da Bruxelles una nuova proposta sconvolge il mondo del vino: meno alcol e più acqua

Dopo un anno difficile sui mercati, in cui si registra una flessione dei consumi all’estero del 20%, il mondo vinicolo si trova ad affrontare l’ennesima battaglia in seno alla Comunità Europea.

Quella a cui si fa riferimento, sembrerebbe il titolo di una campagna contro l’abuso dell’alcol, invece è la nuova proposta partita da Bruxelles in questi giorni, con cui si permetterebbe l’aggiunta di acqua al fine di abbassare o togliere il livello alcolico del vino. Il mondo enologico era già stato al centro delle polemiche nei precedenti mesi, quando nel “Piano d’azione per migliorare la salute dei cittadini europei”, si era ventilata la possibilità di introdurre sulle etichette slogan allarmistici volti scoraggiarne il consumo, come prodotto cancerogeno. E’ stata Coldiretti a lanciare l’allarme – come riferisce Ansa -, presentando i documenti in seno alla Presidenza del consiglio dei ministri Ue. 

Se la proposta venisse approvata, si permetterebbe la “dealcolizzazione” totale o parziale del vino nelle operazioni di cantina con l’aggiunta di acqua. “È un mega inganno legalizzato per i consumatori che si ritrovano a pagare l’acqua come il vino – denuncia la Coldiretti – un prodotto nel quale vengono compromesse le caratteristiche di naturalità per effetto di un trattamento invasivo che interviene nel processo di trasformazione dell’uva”. Secondo il presidente Ettore Prandini, “rappresenta un precedente pericolosissimo che metterebbe a rischio l’identità del vino italiano e europeo, anche perché la definizione naturale e legale del vino vigente in Europa prevede il divieto di aggiungere acqua”.

Tutto questo si inserisce in un contesto comunitario preoccupante per il settore, spiega Coldiretti, con la Commissione Ue che potrebbe eliminare addirittura il vino dai programmi di promozione dei prodotti agroalimentari magari proprio per favorire le nuove bevande annacquate. Su questi programmi di promozione si basa il lavoro di tutti i produttori della filiera, che difficilmente riuscirebbero a sostenere i costi di iniziative all’estero senza l’accesso a questi fondi. Per il settore questo è un periodo molto turbolento, basti pensare al fatto che recentemente Bruxelles ha legalizzato l’aggiunta dello zucchero per il vino prodotto nei paesi del Nord Europa. Uno schiaffo in faccia ai nostri produttori, che si trovano a dover fronteggiare le problematiche legate ai cambiamenti climatici, con le sole armi della viticultura e dell’enologia, senza alcun trucchetto. L’Ue inoltre ha dato anche il via libera anche al vino ‘senza uva’, ovvero ottenuto dalla fermentazione di frutta, dai lamponi al ribes, pratica enologica che, spiega la Coldiretti, altera la natura stessa enologica che per tradizione è solo quello interamente ottenuto dall’uva.

 

Stefania Tacconi