Covid: l’Asl lavora sulle cure intermedie, ma la partita rischia di non chiudersi presto

Un incontro formale sul tema tra i vertici delle due parti si è tenuto a inizio settimana e l’interlocuzione si tiene giorno per giorno. La chiusura della partita sulle strutture intermedie però si fa ancora attendere e non è detto che finisca presto.

Non è una questione semplice da portare in fondo, il piano è in via di definizione ed è complesso e l’Asl è ancora alla ricerca di una struttura per venire in soccorso delle Scotte.

Dall’ospedale, lo ricordiamo,  non mancano i gridi d’aiuto. L’ultimo in ordine cronologico è del direttore generale dell’Aou senese Antonio Barretta. “Sono certo che ulteriori posti di cure intermedie potranno essere aperti il prima possibile perché attualmente circa il 30% dei ricoverati in area covid del nostro ospedale potrebbe essere trasferito considerato che non necessita di cure ospedaliere”, aveva sottolineato il dg che ha ripetuto un concetto precedentemente espresso dal direttore del Pronto soccorso del policlinico Giovanni Bova ( L’Asl “dovrebbe aumentare i propri posti di cure intermedie nel territorio”).  Parole che sottendono una richiesta di accelerazione visto che in area covid alle Scotte la pressione cresce: ieri era arrivata la notizia del potenziamento della stessa struttura che si allargherà fino ad avere 120 posti letto.  Al lotto 3 piano 6 sono in corso di attivazione 28 posti letto e se ne aggiungeranno altri 7 ( 5 sono già disponibili) in area pediatrica.

Intanto il bollettino dell’ospedale ha registrato 5 ingressi e 5 dimissioni ed i degenti sono complessivamente 83 di cui 5 in terapia intensiva, 39 nel setting di media intensità, 36 in degenza ordinaria, 3 in area covid pediatrica. Più di un terzo dei ricoverati è over 80 mentre 38 di loro hanno fatto il vaccino.