Covid, l’allarme degli psicologi toscani: “La quarta ondata è devastante, aumentano ansia e depressione”

“La quarta ondata della pandemia rischia di causare anche depressione, perdita della fiducia nella scienza e di speranza per il domani, con effetti “devastanti” sulla psiche dei cittadini già provata da due anni di emergenza sanitaria”.

Lo evidenzia la presidente dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, Maria Antonietta Gulino. “Questa è un’emergenza nell’emergenza. Il virus e le misure di contenimento ci hanno costretti al distanziamento sociale e all’isolamento, mettendo a dura prova la vita relazionale. Questa quarta ondata ha creato un’ulteriore frattura relazionale, colpendo non solo i nostri corpi, ma anche la nostra psiche in un momento molto particolare come quello natalizio, in cui le famiglie tradizionalmente si riuniscono per ritrovarsi”, afferma. “Ciò comporta frustrazione e un aumento di ansia, depressione, insonnia, mancanza di fiducia e di speranza del doman”, avvertono dall’Ordine. “Fiducia e speranza sono fondamentali per il benessere della mente e di conseguenza per la tenuta del corpo, perderle può condurre a problematiche psicologiche anche gravi -continua Gulino-. Questo può essere un ostacolo anche per la campagna di vaccinazione. All’inasprirsi della pandemia c’è chi si aggrappa alla scienza e quindi corre a vaccinarsi, ma anche chi matura scetticismo e dubbi e quindi è più restio a fare la terza dose” .

Dall’Ordine arriva un appello alla Regione “ad approvare, come hanno fatto altre regioni, una legge per introdurre lo psicologo di base, a fianco del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta, nelle Case di Comunità, per rendere più efficiente il sistema territoriale delle cure primarie”. Gli psicologi proseguono: “I dirigenti psicologi che lavorano nelle Asl sono ancora molto pochi: solo il 5% circa dei 7400 psicologi toscani. Le richieste in questi due anni di pandemia sono aumentate e le liste di attesa si allungano. Il rischio è che chi soffre per un malessere o un disagio psicologico debba aspettare mesi per un colloquio e che gli psicologi, impiegati nelle strutture pubbliche, abbiano un carico di lavoro insostenibile, rischiando il burnout per il sovraffollamento delle strutture sanitarie.”