Siena calcio femminile nella storia: intervista al capitano Valentina Fambrini

Una stagione davvero complicata quella per il Siena calcio femminile. Un bando vinto, per l’assegnazione del campo all’Acquacalda, ma non assegnato visti i continui ricorsi al Tar del Siena Nord. Una situazione che ha costretto le cinque squadre senesi a girare come trottole per tutta la Provincia per potersi allenare, senza mai avere una casa propria. Giocare a calcio senza un campo è come voler giocare a tennis senza racchetta. Questa è stata solo una delle molteplici difficoltà affrontate nella stagione 2011-2012 dal Siena femminile che però non ha mai smesso di lottare ed infatti si ritrova adesso con le Giovanissime agguerrite e in prima posizione e la Prima squadra che domani, domenica 10 giugno, si batterà in una storica finale per la promozione in Serie A. Le bianconere affronteranno alle 16, nel campo neutro di Sarzana, il Fiamma Monza in una partita che comunque vada ha già fatto entrare le senesi nelle pagine della storia dello sport senese. A trascinare questo fantastico gruppo è Valentina Fambrini, grandioso capitano, il numero 10 che – nonostante le numerose offerte da squadre di tutta Italia – è sempre rimasta a Siena orgogliosa di indossare la maglia bianconera.

Capitano, ha preso in mano la squadra in un momento di seria difficoltà e siete riuscite – anche con i consigli di mister Migliorini – a raggiungere un obiettivo davvero storico. Quale è il vostro punto di forza?
“Banale dirlo, ma è stato il gruppo la nostra arma vincente. Le varie difficoltà che abbiamo dovuto superare invece di dividerci e allontanarci, ci hanno unito sempre di più. La voglia di vincere e di rivincita poi hanno fatto il resto. Restare senza mister a poche giornate dalla fine e con la terza classificata agguerrita a prendersi il nostro secondo posto poteva farci disunire, invece siamo rimaste compatte, ci siamo rimboccate le maniche e tutte insieme siamo arrivate fino a qui”.
Come sta la squadra? i Come vi preparerete ad affrontare questa finale?
“La squadra è compatta e mai come adesso unita per raggiungere un obiettivo che sembrava un sogno fino a poche settimane fa. Affronteremo questa finale con la stessa grinta e carattere che ci hanno contraddistinto durante tutto il campionato. Non abbiamo mai smesso di crederci. Partiamo da sfavorite ma questo non ci fa paura anzi ci da ancora più forza per dimostrare la nostra voglia di vincere e di far vedere chi siamo.”

C’è stata una trascinatrice?
“Avere in squadra Jessica Migliorini, il capocannoniere del girone con 39 ret, è già di per se qualcosa che trascina un’intera squadra. Ma in rosa abbiamo molte trascinatrici, giocatrici di esperienza che hanno permesso al nostro spogliatoio di non mollare mai anche quando tutto sembrava andare contro di noi”.

 

 

Domenica la finalissima..che partita si aspetta?
“Quando si parla di finali non si può mai immaginare che partita sarà.
Ci sono troppi fattori che influiscono. A volte gli stimoli fanno la differenza,ma non sarà questo il caso. Credo che arriveremo entrambe cariche forse loro più sicure ma noi consapevoli di averne passate talmente tante che niente e ci può far paura. Come spesso accade saranno gli episodi a fare la differenza”.
Chi vincerà?
“Credo che da qualche parte sia già scritto..ma destino a parte..chiunque vinca sono sicura sarà una bellissima partita”.
Quanto il calcio femminile può dare a questo mondo che sta attraversando un periodo di  crisi?
“Credo che la partita di domenica abbia fatto ricordare a tutti quelli che erano presenti cosa sia davvero lo sport. Nonostante la posta in palio fosse alta e sia noi che la Roma ci giocassimo mesi e mesi di sacrifici e fatica, la sportività dimostrata delle due squadre e dalle tifoserie ha reso la partita veramente bella ed emozionante. Una gara vera come se ne vedono ormai poche nel calcio che conta, dove a contare forse non è più lo sport ma altro. Credo che domenica sia stato dimostrato come gli sport cosiddetti “minori” possano fare bene allo spirito di tutti dando emozioni e divertimento in un momento di crisi dove i sorrisi e le emozioni positive sono sempre di meno”.
Elena Casi