Robur, il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?

di Andrea Bianchi

Siena-Palermo

Carattere. E’ quello che è mancato nella gara di sabato oppure è quello che ha permesso al Siena di pareggiare contro il Palermo? E’ una domanda che difficilmente può trovare una risposta oggettiva perché se è vero che l’anticipo della nona giornata, uno scontro diretto, doveva essere vinto è vero anche il contrario che, i bianconeri sono andati spesso in affanno con il Palermo e sono riusciti a non capitolare. Un punto conquistato, insomma e bicchiere mezzo pieno per molti considerando che la Robur veniva da tre sconfitte consecutive; due punti persi per altri e con il dito puntato verso Ze Eduardo e Rosina. L’unica certezza è che il Siena resta in fondo alla classifica, a 3 punti, distante 4 lunghezze dalle penultime e dalla zona salvezza dopo i risultati di ieri che sono stati abbastanza positivi per la squadra di mister Cosmi. Il campionato è ancora lungo, certamente, ma le sfide di mercoledì a Cagliari (tra l’altro in un momento strepitoso, reduce da tre vittorie consecutive) e poi in casa con il Genoa sono uno spartiacque rilevante per il futuro dei bianconeri. Quattro punti il bottino minimo che deve ottenere il Siena anche per riaprire le danze in fondo alla classifica dove i bianconeri sono obbligati a dettare i ritmi se vogliono lottare la salvezza fino all’ultimo minuto dell’ultima partita.

 

Proviamo a dare i numeri La serata storta dell’attacco, in modo particolare di Rosina e Ze Eduardo, sta tutta in quell’unico tiro scoccato in porta durante i 90 minuti. Le cifre della partita con il Palermo dicono che il Siena ha avuto un 40% di possesso palla, vantaggio territoriale 53.49%, come detto un solo tiro in porta, 4 tiri fuori e 4 tiri respinti. Un solo fuorigioco, 4 corner e 25 cross. Undici i dribbling e 385 passaggi di cui il 79% positivi e 64% lunghi. I contrasti vinti sono stati 54, equivalenti al 50%. I falli subiti sono stati 8, 3 le ammonizioni. Il Palermo ha avuto il 60% di possesso palla, 30.23% di vantaggio territoriale, 5 tiri in porta e 7 respinti, due i fuorigioco, 4 corner, 14 i cross e 25 dribbling con 604 passaggi di cui 88% positivi e 79% lunghi. I contrasti vinti sono il 54%, 13 falli subiti, 2 gialli.

 

Unica classifica Restando sempre sui numeri, sono molti quelli che sbagliano a guardare la classifica del Siena come se i bianconeri avessero 9 punti. I “se” non esistono nella realtà, purtroppo. Il Siena ha 3 punti e la penalizzazione di -6 di inizio campionato si fa sentire pesantemente, non solo psicologicamente ma proprio nei numeri che non vanno mai sottovalutati. Il pari di sabato e con i risultati di ieri, gli equilibri di classifica restano abbastanza invariati e per questo la sfida con il Cagliari, ripetiamo, non deve essere persa. Pescara, Atalanta e Palermo rimangono a -4, si guadagna un punto su Bologna, Genoa e Torino mentre Parma e Cagliari distaccano i bianconeri. Lo scorso anno il Siena viaggiava a 10 punti, tutto sommato con prestazioni come quest’anno, ma la differenza è che adesso con i 3 punti in carniere, i bianconeri si trovano nella stessa posizione del Cesena nel campionato che fu. Le differenze sul treno salvezza sembrano non esserci, la stagione scorsa le squadre in lotta erano 4 in quattro punti così come oggi. Nel giro di 6 punti invece ce ne sono nove, a maggior ragione riprendere questi vagoni vorrebbe dire rimettere tutto in gioco. Nemmeno più la quota salvezza è certa, i 37 punti sembrano pochi per questo il Siena è obbligato a cambiar marcia.

 

Cosa manca? La partita con il Palermo forse è stata una giornata storta per Rosina e Ze Eduardo. Niente drammi, soprattutto Rosina è il giocatore di talento di cui il Siena non può fare a meno così come D’Agostino. Ma se pensare al mercato di riparazione di gennaio, al momento, è sbagliato (ma un buon attaccante ed un esterno di qualità servono) ciò che è mancato alla Robur è stata la voglia di vincere. Ha prevalso semmai la paura di perdere e ci può stare dopo tre sconfitte consecutive, però adesso ogni partita diventa uno scontro diretto e la mentalità vincente serve al Siena più di ogni altra cosa. La convinzione da parte della squadra, dello staff tecnico e della società c’è, alla fine però sono i risultati che portano punti, morale e maggiori certezze. Ognuno archivi la sfida con il Palermo come vuole, con il bicchiere mezzo pieno o con il bicchiere mezzo vuoto. Catapultiamoci su Cagliari, il futuro adesso passa da lì. Se poi il presidente Massimo Mezzaroma ha modo di leggerci gli consigliamo di farsi vedere più spesso a Siena, al di là dei 90 minuti delle partite. Anche questo incentiva morale e sicurezze, sia nella squadra sia nella tifoseria e tutto l’ambiente. Talvolta basta davvero poco, Moratti, Agnelli, James Pallotta e Della Valle lo hanno dimostrato poche settimane fa.