Paris-Brest-Paris: ‘randagi’ senesi alla ribalta.

Partiranno in 12, poco prima dell’uscita dai cavalli dall’Entrone, domani, 16 agosto.

Siena si dimostra ancora una volta la capitale toscana dei randonneurs. Oltre ad organizzare magnifici e partecipati eventi che, nel 2015, sono serviti anche come prove di qualificazione alla Paris-Brest-Paris: alla manifestazione francese, è presente con ben 12 atleti del Bici Club Terre di Siena su 24 toscani. Quando nel lontano 2002, Luca Bonechi e Giancarlo Brocci, per puro azzardo, si cimentarono nei 1400 km della Bergamo-Roma-Bergamo, i più pensarono ad una follia, ad un fuoco di fiamma. Ma quell’avventura, che vide in Siena e piazza del Campo uno dei più ambiti check point, gettò un seme formidabile tanto che, Bulletta Bike per prima e dopo le società che hanno dato vita al Bici Club Terre di Siena, si stanno distinguendo per qualità organizzativa ed anche sportiva. Il ciclo delle randonnée 2015 lo ha certificato con 4 Grand Tour (Strade Bianche Terre di Siena – Val di Merse – Unesco e Terme d’Etruria) che hanno attratto partecipanti da tutta Italia con un buon riscontro commerciale e turistico. 

4. senesi 2015 dal sindaco

Il sogno di ogni randonneur si accende ogni 4 anni quando i più tenaci e fortunati tra di loro riescono a qualificarsi attraverso la partecipazione a proveda 200-300-400 e 600 km per poter essere accettati alla più celebrata delle ultramaratone ciclistiche, la Paris-Brest-Paris, una pedalata no stop di 1220 km da compiersi in meno di 90 ore. Per raggiungere l’impresa è solitamente necessario pedalare per almeno 16-18 ore giorno e notte e compiere non meno di 333 km al giorno. Una disciplina pertanto severa che comporta  avere un fisico intatto, un buon allenamento ed una testa, come si dice, a posto. Non è comunque una attività da superman e, curiosamente, l’età media dei partecipanti è abbastanza elevata. 

5. foto senna 2015

Nei primi 600 chilometri contano le gambe – spiega Luca Bonechi, randonnée di lungo corso e presidente Ari – ma nei successivi 600 se non hai la testa puoi deviare tranquillamente per Le Mont St Michel e andare a goderti l’oceano”.

Scelta, quest’ultima, sempre apprezzabile per chi pedala per pura passione e divertimento. 

Nata nel lontano 1891 agli albori del ciclismo,  la PBP è oggi è alla ventiduesima edizione con numeri che si annunciano da capogiro: oltre 6000 partecipanti provenienti da 52 paesi. Cifre che batteranno sicuramente il record del 2007 con 5160 iscritti ma ben 2000 ritirati per l’incessante pioggia che colpì la corsa.

Fino al 1951 la Paris-Brest-Paris è stata corsa dai professionisti ma cinque anni dopo è iniziata nella forma cicloturistica, se pur estrema tanto da chiamarsi l’Olimpiade del cicloturismo. L’Italia si è affacciata alle randonnée solo nel 1999 e in pochi anni è divenuta una nazione tra le più importanti. Nel 2011, con 325 brevettati è risultata quinta nella sfida tra le Nazioni. Quest’anno l’armata tricolore conta ben 385 ciclisti e può pensare anche di salire sul podio da sempre occupato dai francesi, tedeschi, statunitensi ed inglesi. Forti anche le nazionali di Spagna, Giappone, Danimarca, Svezia, Canada, Belgio, Australia, Nuova Zelanda e Russia.

2. il promo

Una battaglia vera dentro una festa di popolo lungo un percorso che attraversa la Normandia e la Bretagna in cui tutte le attività si fermano e le attenzioni sono per i temerari ciclisti incuranti delle intemperanze del clima del nord che alterna alte temperature di giorno e notti fredde, sole e pioggia – spiega ancora Bonechi, da un anno anche presidente dell’Audax Italia, l’associazione che raccoglie circa 80 Società ed organizza oltre 20.000 appassionati randonneurs – nel 2007 la pioggia cadde per 1000 chilometri tanto che fu necessario ricorrere alle lavanderie per asciugare le divise bagnate ed inutilizzabili. Ma la sfida è anche una sfida di civiltà ed io ho raccomandato, nel corso del raduno della Nazionale, a Bologna, di dimostrare che l’animo dei ciclisti italiani è un animo buono, rispettoso delle persone e dell’ambiente. Anche in questo modo possiamo fa vedere al mondo il vero volto del nostro Paese”.

Ecco i nomi dei 12 portacolori senesi della Nazionale Italiana: Luca Bonechi alla quarta partecipazione; Angela Zizza alla terza, Antonella Chini, Claudio Marinangeli e Paolo Morini alla seconda. Al primo tentativo un folto gruppo di esperti e nuovi randonneurs: Fabio Bardelli, Franco Benvenuti, Manuel Giuggioli, Luciano Magi, Aldo Masciavé, Franco Rossi e Mauro Zanca. Assente per motivi di lavoro il nazionale Valter Gassino. Come si sono preparati i nostri eroi? “Ognuno ha un suo metodo – ci racconta Fabio Bardelli che, con Luca Bonechi ha partecipato nel 2013 all’affascinante Madrid-Gijon-Madrid di 1250 km e l’anno successivo in compagnia anche di Franco Benvenuti, al Sicilia no stop di 1000 km. – non c’è una ricetta uguale per tutti. Più che la velocità bisogna preparare il fondo e la resistenza percorrendo prima dell’evento 5-6.000 km con uscite sempre più lunghe ed in condizioni climatiche diverse. Poi conta allenare la mentalità e cioè sapere che, prima di godere di un successo, bisogna imparare a soffrire e dare del tu alla fatica”. Claudio Marinangeli, con un passato ciclistico di una certa importanza, si è particolarmente preparato diminuendo oltremisura di peso e macinando ben più chilometri di quelli ritenuti indispensabili da Bardelli. Così Paolo Morini, Mauro Zanca, Manuel Giuggioli e Franco Rossi. Altri, come Bonechi, Bardelli e Benvenuti chiosano: “portiamo con noi anche qualche chilo in più perché vogliamo regalarlo alla strada in segno di riconoscimento”. Lo spirito goliardico anima il gruppo tanto che ogni 4 anni usa, nei giorni precedenti alla partenza, di fare una pedalata nelle terre del Tufo e bagnare la parte del corpo che ognuno ritiene più delicate al fiume che scorre dall’Amiata fino alla Cassia. Quel corso d’acqua ai più sconosciuto ha un nome conosciutissimo, la Senna. E così che si sfida anche la sempre presente sorte avversa. 

Per i nostri Nazionali la Paris-Brest-Paris è solo una delle 4 gare previste dal Grande Slam chiamato Major Challenge Europe. Il prossimo anno sarà la volta della randonnée più difficile e lunga, la 1001Miglia Italia, ben 1620 km con la toscana al centro del percorso. Chiusi, San Quirico, Castelnuovo, Siena, Rosia e San Gimignano costituiranno i check point senesi pronti ad accogliere un migliaio di ciclisti provenienti da tutto il mondo. L’anno successivo sarà la volta della Londra-Edimburgo-Londra di 1400 km. “è l’unica che ancora non ho corso – ci dice Bonechi – ma che farò se non altro perché per 3-4 giorni si terrà la sinistra”. Nel 2018, ultimo del ciclo del quadriennio nazionale, sarà la volta della Spagna o della Bulgaria. Ma ci sarà del tempo per decidere. “Per il momento – aggiunge Bonechi – ho ancora da concentrarmi per Parigi e poi ho un compito da assolvere: fa decollare il progetto delle Riciclovie, l’unica rete di strade nazionale che può essere concretamente organizzata nel nostro paese attraverso l’utilizzo intelligente di strade a traffico promiscuo e con poche spese. Un progetto nei confronti del quale ad oggi le Istituzioni preposte si sono limitate a esternare un sentimento di ammirazione senza far seguire a questo azioni coerenti e fattive”.  

Al raduno di Bologna sono state consegnate anche le nuove divise della Nazionale che portano ben visibile sul petto la bandiera italiana. Un meraviglioso impatto ed una grande responsabilità per tutti, una soddisfazione per gli sponsor tra i quali le Terme Antica Querciolaia e Banca Ubae il cui marchio è stato accoppiato al rilancio della campagna di solidarietà a favore dei popoli africani “Bici d’Italia in Africa”.

7. bici d'italia in africa

Sede di grande prestigio quest’anno per i ciclisti partiranno infatti dal Velodrome Nazionale di Montigny le Bretonneux situato a pochi chilometri da Versailles. Le partenze saranno fatte a gruppi di 400 unità fin dalle 17 di domenica 16 agosto. I nostri prenderanno il via poco prima che i cavalli vadano al canape per correre il Palio e, in particolare Antonella Chini, contradaiola della Lupa, starà con le orecchie ben tese verso sud. La partenza sarà preceduta nel giorno di sabato dal rito del check in con il controllo delle biciclette ed il rilascio dei documenti di viaggio tra i quali fondamentale sarà il road book  per riuscire a non perdersi nei 1220 km del percorso. Il chip magnetico di ognuno sarà poi utile per consentire a chiunque lo desideri di seguire on line l’andamento della corsa. Un esempio? basterà collegarsi a: http://suivi.paris-brest-paris.org/H107.html  e sarà possibile seguire gli orari di passaggio di uno dei nostri atleti (H107 ne identifica proprio uno di questi) ai vari punti di controllo.

Katiuscia Vaselli