Mors tua vita Pea: quando Brown ci si mette è davvero imbattibile

di Claudio Pea

 

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Tutti ma proprio tutti si erano accorti che Bobby Brown stava giocando contro Luca Banchi. Tutti, tranne Luca Banchi. Capita. Come di solito succede che sia sempre il marito l’ultimo a sapere che la moglie gli ha messo le corna. Per la verità Bobby Brown aveva già tradito Siena nella settima partita dei quarti contro Milano, ma ci aveva pensato soprattutto Daniel Hackett a nascondere le malefatte del suo compagno di squadra che, quando parte per la tangente, neanche la gru del carro attrezzi lo riesce più a rimettere in pista. Però Luca Banchi avrebbe dovuto accorgersene lo stesso. Oppure, più probabilmente, ha fatto fitta di non vedere. Specie dopo che il playmaker della città degli Angeli californiani ha cominciato ad alzare al cielo quei suoi insulsi arcobaleni che, contrariamente agli iridi tra i colli, annunciano un’altra tempesta e non il ritorno del bel tempo.

La Cimberio non segnava più nemmeno a spararle con il mitra. Sarà stata la paura di riuscire a battere finalmente la Montepaschi, sarà stata la stanchezza di una squadra che non è abituata a giocare ogni due o tre giorni, sarà quel che sarà, non escluso che sia stata esageratamente strapompata dalle gazzette per tutto l’autunno, e pure nell’ultimo inverno, fatto sta che, dopo l’uscita di Bryant Dunston per cinque falli a neanche metà del quarto periodo e una miracolosa tripla di Janar Talts a cinque minuti dalla sirena, non avrebbe segnato neanche se il canestro fosse stato più grande di una piscina olimpionica. Fatto sta che tutti a turno ci hanno provato e tutti avevano fatto immancabilmente cilecca come un novantenne, anche se imbottito di Viagra, davanti ad una bella e giovane donna: da Cerella allo stesso Talts, da Ere a Banks per finire a Sakota. Poco male, a rimettere le cose a posto per Varese ci avrebbe pensato quello che anche nella città del Palio spesso confondono con il suo sciagurato parente alla lontana che tiene casa in non so quale contrada, ma che è uguale a Bobby Brown e si chiama, mi pare, Roberto Marrone. Difatti il nostro caro gatto senza stivali, perché nessuno abbia ancora qualche dubbio che, quando lui ci si mette, è imbattibile e persino più bravo di Viktor Sanikidze a remare contro Banchi, prima sbagliava una bomba dalla sua mattonella, poi si palleggiava la palla dietro la schiena e la buttava in calcio d’angolo, o a schiantarsi contro il tabellone, infine s’aggrappava ad un braccio di Green per regalargli i due tiri liberi dell’1-1 nella serie tra Varese e Siena. Grazie al quale, ma soprattutto grazie a Brown che neanche ammaccava il ferro nell’ultimo disperato tiro, ora Moss, Hackett e compagni dovranno tornare lunedì a giocare a Masnago per prendersi un’altra bella rata d’insulti. Se non saranno ancora accendini, scarpe, bottigliette, agrumi, carne in scatola o mozzarelle in carrozza. Come neanche succede al Pianella con cui Masnago sta facendo a gara per conquistare la leadership in Italia e in Europa tra i palazzetti della vergogna. Lo so, adesso direte che sono stato ingeneroso e troppo villano con Roberto Marrone che soltanto sabato aveva mandato in campo il secondo cugino di Los Angeles che una trentina di punti aveva fatto ingoiare alla Cimberio del Cecco Vescovi che quasi quasi mi è più antipatico di Giorgione Buzzavo e Luigino Brugnaro messi insieme. Ma ho imparato dall’ultimo coccolone che è proprio vero: l’erba cattiva non muore mai e quindi da qualche giorno sono diventato ancora più fedele all’epitaffio che mi porterò anche in tomba: mors tua vita Pea. E così, bieco e imbelvito, pure mi domando perché Carletto Recalcati sia diventato tanto astioso come opinionista televisivo nei confronti di Siena, dove ha anche vinto il primo scudetto della Montepaschi, e tanto carino invece nei confronti degli arbitri, che non ha mai potuto sopportare, e più ancora di Varese, dalla quale Vescovi pure l’ha cacciato dodici mesi fa senza ragione e senza spiegare il motivo per cui l’aveva inserito nel carrello dei bolliti tra Cotechino Dan e Don Gel. Stasera intanto si gioca al Pianella e domani a Siena, ma ve lo dico già come andrà a finire: vi piaccia o no, lo scudetto se lo contenderanno i campioni d’Italia e i canturini di Gas Gas. Ovvero le due squadre che la Gazzetta aveva dato per cotte e stralesse soltanto all’inizio di questo maggio piovoso. A meno che pure Trinchieri si dimentichi che anche Mancio Mancinelli, quando fa sul serio, è tale e quale a Bobby Brown. Cioè diventa impareggiabile e ostinato nel giocare contro il suo allenatore…