Mors tua vita Pea: lo scudetto a Milano per un diffuso sentimento popolare…

mors tua vita …Pea

Non sono nato ieri. E neanche sotto una foglia dicavolo. Né porto l’anello al naso o la sveglia al collo. Non vengo da Marte e nemmeno mi piace questo mondo. Ma soprattutto non sopporto che misi voglia far fesso. Okappa, volete che Milano vinca lo scudetto perché dite che il nostro basket solo così potrà tornare in auge. Basta dunque con Siena e col suo impero ingombrante. Non la penso come voi, sia chiaro, anzi.
Credo piuttosto che mi state raccontando l’ennesima storia dell’orso. Visto che, se lo scudetto lo vincesse la povera Varese o la piccola Sassari, sareste contenti lo stesso. Fondamentale è che non lo rivinca la Montepaschi. Questo solo v’importa. Stupidi e incoerenti. Ma non fa niente. Dio a me il cervello l’ha dato per pensare e non per buttarlo come voi in pasto ai porci. Per carità, non ho nessuna verità in tasca e tanto meno sono privo di difetti. Sono permaloso, fastidioso, manicheo, vecchio e stanco. Anche tremendo se provate a pestarmi i piedi. E pure rigorosamente di parte. Però non mi lascio mai ammaliare dagli incantatori di serpenti e non mi piace star nel branco. Al contrario, potessi sempre remare contro corrente, finirei esausto ma contento.

Credo che il sorteggio arbitrale in vigore dallo scorso autunno sia stato per esempio un vergognoso imbroglio, ma nessuno lo ha scritto e non me ne meraviglio: è stato infatti creato ad hoc meschinamente perché la Banda Osiris e Don Gel un giorno potessero dire, e oggi lo dicono, che Siena ha dominato il campo e conquistato sei scudetti di fila non perché era fastidiosamente la società e la squadra di un altro pianeta, di gran lunga più pragmatica e forte di tutte le altre, ma perché aveva dalla sua, e dunque in pugno, i migliori fischietti d’Italia. L’identica cosa pensavano quelli del calcio sul conto della Juve di Moggi e tanto hanno tramato e fatto finchè lo scudetto non l’ha vinto l’Inter di Moratti prima a tavolino e poi con i bianconerisbattuti agli inferi, in serie B, senza lo straccio di una prova d’illecito, ma solo “per un diffuso sentimento popolare” come si legge nella grottescasentenza della commissione giudicante. Non bastasse, s’inventarono anche la storia dell’arbitro Paparesta chiuso a chiave nello spogliatoio di Reggio Calabria dopo un Reggina-Juve 2-1. Quandoè stato poi lo stesso figlio d’arte barese a smentireseccamente, e pure davanti ai giudici togati, questache è diventata la più grande leggenda metropolitana dell’ultimo secolo a questa parte.

Mi potrò anche sbagliare, e Dio lo sa quanto mi piacerebbe che così non fosse, ma tornando al nostro piccolo mondo antico della palla arancione a spicchi non credo di sparare una scemenza se penso che stia mulinando nell’aria, ora davvero rancida, un inciucio del tipo ultimo governo Letta. E cioè, tanto per non menare il can per l’aia del Pd o del Pdl, che tutte le forze del basket italiano, nessuna esclusa, si siano unite da tempo perché Milano vinca il prossimo scudetto “per un diffuso sentimento (e desiderio) popolare”. O in seconda battuta Varese o Sassari. E comunque la condicio sine qua non è che Siena perda subito nei quarti con l’Armani. Del resto già durante tutto il campionato gli arbitri sorteggiati, soprattutto i più scarsi, ovvero la maggior parte, si sono allenati in vista dei playoffa punire la Montepaschi al minimo accenno di falloantisportivo. Il che comporta, per chi non lo sapesse, due tiri liberi e palla in mano all’avversaria di turno. Come è successo persino in una partita che non aveva storia come quella di domenica scorsa con Sassari. Quando i signori Cicorino Cicoria (tessera Banda Osiris numero 007), Sardella in Saor e Carneade Aronne hanno fatto a gara per fischiare un antisportivo a Eze che magari-forse-non credo anche c’era, ma che una carezza in fondo è stata al confronto della tranvata impunita che Gordon ha mollato sulle braccia di Kangur che stava volando a schiacciare il canestro del +3 per Siena a meno di un minuto dalla fine.

Non so se avete capito l’antifona. Io sì e non sono Einstein. E neanche cieco. E stavolta nemmeno di parte. Perché il misfatto non è sfuggito ad un ragazzo che si sta facendo, non strilla e non è fazioso come Dembinsky, o come cavolo si chiama, che ha l’immaginetta di Alessandro Gentile alle spalle del letto e porta le mutande biancorosse di Fiero il Guerriero. Maurizio Fanelli racconta infatti quel che vede e pure lui si è scandalizzato a microfoni accesi della Rai per la vergogna di quell’antisportivo sfacciatamente risparmiato a Gordon. E così è stato per tutto l’anno. Come ha urlato in faccia agli arbitri Luca Banchi, al secondo tecnico consecutivo, che avrà anche la pazienza di Giobbe, ma che non poteva continuare ad aspettare che anche l’ultima goccia arbitrale traboccasse dal vaso. Giovedì, comunque sia, si ricomincia coi playoff per la prima volta al meglio delle sette partite e prima ancora che veda in giro le ciliegie. Mentre dai siti longobarbari e mestatori, lingua in bocca con l’Armani, già si parla di scudetto a Milano, della riconferma di Don Gel Scariolo e di Paperoga Crespi che fa le scarpe a Banchi. Speranze più che gossip. O solo gratuite cattiverie. Delle quali mi auguro che non se ne avveri manco una. Con una mia idea conclusiva: che se non sarà di nuovo Siena farà festa Sassari. Scommettiamo?