Mors tua vita Pea: il basket alla rovescia

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Alle prime luci dell’alba gli sgherri di Putin Terzo, cresciuto alla nobile scuola del Kgb, hanno fatto irruzione nell’alcova di Evgenja Vassilieva e l’hanno beccata con il suo amante, Anatolij Serdjukov, ministro della Difesa russa e marito della figlia prediletta del vice premier Viktor Zubkhov. Ma lo scandalo non è questo. Il nostro ex premier ne ha fatte ben di peggio. E neanche che al povero Anatolj, tornato a casa con le ceneri sul capo e perdonato dallo stesso Putin, sia stato conferito un altro incarico di Stato ovviamente ben remunerato. Lo schifo è che Evgenja, bollata dalla pubblica piazza come “rovina famiglie”, adesso rischia parecchi anni di galera. Magari in un umido campo di lavoro sugli Urali, rinchiusa in una gelida cella di due metri per due, insultata e bastonata dalle altre detenute.

Tutto il mondo ormai va così, girando spesso e volentieri alla rovescia. Come nel nostro piccolo basket. Dove c’è un presidente che ha fatto i soldi con la ferramenta, e pure coi maiali, che da un giorno all’altro caccia il suo allenatore bravo e infaticabile, come ce ne sono pochi in giro, perché, dopo averlo miracolosamente salvato per due volte dalla retrocessione, non ha vinto come l’anno scorso con la ricca Milano di Scariolo. Ora non vi devo spiegare io che Cremona ha il budget più ridicolo di tutta la serie A. Al punto che coi soldi di un anno di gestione Armani la Vanoli potrebbe campare per trenta campionati di fila senza per questo necessariamente perdere trenta partite su trenta. Come logica vorrebbe e come è già successo solo una volta nella storia e cioè alla sventurata Irge Desio, se non sbaglio, nella regular season 1989-90.

Ma lo scandalo non è tanto questo. Al contrario nessuno deve mai vergognarsi della sua povertà. Né quello che Topo Gigio Gresta abbia fatto le scarpe a Artiglio Caja. Tutto il mondo è Paese e il nostro non è neanche il peggiore di tutti. Quanto che il capo della ferriera o, se preferite, il boss della ferramenta prima abbia pianto miseria sulla spalla di Caja, convincendolo a dimezzarsi lo stipendio, e poi, ingrato, l’abbia licenziato con un sms per giunta sputtanandolo attraverso le dichiarazioni blasfeme del nuovo allenatore. Dello scandalo Vanoli per la verità si è occupato anche Chiambretti ore 10, la fortunata trasmissione su Radio 2 nella quale il bravissimo Gianfranco Butinar, imitando scanzonatamente Massimo Moratti, ha detto che non scommetterebbe neanche un euro sulla vittoria di Cremona domenica con Venezia e men che meno sulla salvezza della squadra dell’Autorevole Gresta che “deve solo sprofondare dopo quel che ha fatto a Caja”.

Sottoscrivo in toto e, già che ci sono, sarei tentato d’aggiungere un altro capitoletto alle storie del nostro basket che gira alla rovescia. Non ultima quella di Nichelino, non più Michelino, D’Antoni che non passa giorno che non sia celebrato sulle pagine della gazzetta nelle quali ogni volta vuole convincere per primo se stesso che vincerà il titolo della Nba. Come no? Intanto martedì notte Los Angeles è stata battuta pure da Indiana (79-77) sfiorando il record negativo della franchigia per i punti segnati (70) in una partit(acci)a al termine di una prestazione dei Lakers a da dir poco raccapricciante. O vogliamo parlare di Don Gel che per mesi e mesi ha rovesciato fango su Siena e Pianigiani ed è rimasto impunito trovando persino chi, uno dei vicedirettori della gazzetta, ha avuto la spudoratezza di sostenere sfacciatamente che non andava nemmeno deferito? Così scrivendo, caro il mio Astruso Arturio, legittimi la calunnia e cambi le carte in tavola. Con stima. E anche no.