Mario Boni: ‘Il colpo della Mens Sana è stato tenere Daniel Hackett’

Mario Boni

Questa estate si è laureato campione del mondo. E naturalmente lui è  stato il miglior realizzatore della manifestazione. Parliamo di Mario Boni, uno che il basket ce l’ha nel sangue, uno che non smetterebbe mai di giocare con la palla a spicchi. D’estate in Grecia ha partecipato ai Mondiali master  over 50 e ha vinto con la Nazionale azzurra la medaglia d’oro su 33 formazioni partecipanti e sconfiggendo gli Stati Uniti d’America in semifinale e la Slovenia in finale. Ma questo non gli è bastato. Adesso  Boni, a 50 anni esatti, sta effettuando la preparazione estiva con il Monsummano, squadra del campionato di Dnc. “Qui sono tra amici – spiega lui -. Vediamo se ce la faccio ancora a giocare”.
Da opinionista di Sky segue tutto il basket mondiale, dall’Italia alla Nba passando per l’Eurolega. E allora gli abbiamo chiesto un parere sulla stagione, il cui inizio si avvicina.
Mario Boni, che giudizio dà a questo mercato estivo?
“E’ un mercato strano, ci sono state grandi rivoluzioni e cambiamenti. E’ presto per dare un giudizio definitivo, come al solito oltre ai giocatori acquistati conterà tantissimo la chimica di squadra che si verrà a creare in ciascuna formazione”.
Non è ancora tempo per dire chi sono stati i “boni” e i “cattivi” di questo  mercato?
“Mah, tra i “boni” metterei comunque già Siena che mi sembra si sia mossa bene. Il mio giudizio positivo si basa innanzitutto sulla permanenza di Daniel Hackett. Mentre un altro giocatore che a me piace tantissimo, vale a dire David Moss, si è trasferito a Milano”.
L’Armani parte anche a suo avviso con i favori del pronostico?
“Milano ha preso Moss e coach Banchi e ha una buona intelaiatura. A me piacciono anche Avellino che ha ingaggiato un allenatore che ha anche un ottimo rapporto con la piazza (Vitucci, ndr) e soprattutto Sassari che ha delle qualità offensive straordinarie: basta pensare a Marques Green e ai  due Diener per immaginare cosa potrà fare. Forse potrà essere una squadra un po’ piccola e leggera ma senz’altro con il gran gioco che sa dare coach  Sacchetti può essere un team intrigante. Può ambire allo scudetto”.
Torniamo a Siena: come valuta da un punto di vista sia tecnico che umano la scelta di Hackett di restare alla Mens Sana?
“L’ho anche sentito al telefono ultimamente e gli ho fatto i complimenti come giocatore e come uomo. Lui è un giocatore straordinario e a mio avviso in questo momento è l’unico italiano capace di fare la differenza anche in  Eurolega. Vuole ritagliarsi un ruolo da assoluto protagonista in quella che ormai sente come la sua città, Siena”.
Nelle squadre italiane sono arrivati anche molti americani: c’è un giocatore  sul quale si sente di scommettere?
“Vanno visti alla prova del campo. Possiamo invece parlare di quegli americani che già conoscono il campionato italiano o almeno qualche torneo  europeo. Mi sento di scommettere su Omar Thomas che torna in Italia, a  Sassari, e a mio avviso potrà fare bene”.
Qual è quindi la sua griglia per la lotta scudetto?
“Davanti a tutti metto Milano e Sassari, quasi alla pari. Vedremo poi quale  chimica di squadra si creerà a Siena e soprattutto come si ambienteranno gli americani arrivati quest’anno”.
Le piace coach Crespi?
“E’ un allenatore esperto e passionale. Avrà una squadra di giovani e alcuni  giocatori più esperti. Dovrà coniugare la durezza con qualche carezza”.
Tra i giocatori più esperti ci sarà anche Benjamin Ortner, uno che ha  guadagnato un buon minutaggio con il duro lavoro quotidiano.
“A mio avviso è uno dei classici giocatori sottovalutati ma che possono fare  molto bene. E’ un giocatore solido. A me piaceva già quando giocava a Cantù. E’ molto veloce sotto canestro ed è bravo nel pick and roll. Sarà fondamentale che i nuovi esterni di Siena riescano ad innescarlo come è avvenuto nelle partite degli scorsi play off per lo scudetto”.

Gennaro Groppa