colonia felina - foto di archivio
Egr. Sig. sindaco,
ci associamo alle dichiarazioni rilasciate dal Presidente dell’Associazione A.mici Miei, Luigi Favara, nell’articolo apparso su ‘Il Corriere di Siena’ del 13 marzo in risposta alle richieste dei Frati della Parrocchia dei Cappuccini nonché di alcuni residenti, volte a ottenere la deportazione in massa dell’intera colonia felina della zona, regolarmente presente sul territorio da più di un decennio.
Si ricorda che, in base alla L.R. 59/2009, il Sindaco è il primo responsabile di quanto accade sul territorio di sua competenza, relativamente agli animali che su di esso vivono, che è responsabile delle decisioni che vengono prese dall’ASL di pertinenza e di quello che viene concesso o tolto agli animali. Peraltro, la colonia oggetto della presente diatriba, è presente in pianta stabile nell’area interessata da molti anni e che tale condizione è nota al Comune, in quanto, è opportuno ribadirlo, tale colonia risulta regolarmente censita dalla ASL nell’anno 1998 con il numero 154.
Facendo presente come il Comune sia responsabile della corretta gestione delle colonie feline e di quanto loro possa accadere, non ultimo atteggiamenti ostili, di ritorsione o comunque dannosi nei confronti degli animali da parte di chicchessia, siamo a richiedere l’impegno da parte del Comune di mediare tra le parti al fine di far comprendere che la soluzione più praticabile è quella già da tempo suggerita, ovvero lo spostamento della colonia nelle zone limitrofe: tale impegno da parte dei volontari richiederà tuttavia mesi di lavoro costante e faticoso, dal momento che in maniera graduale dovrà essere spostato il luogo in cui i gatti vengono nutriti.
A tal fine chiediamo per il tramite del Comune la collaborazione della popolazione residente al fine di concedere ai volontari tutto il tempo necessario per:
– organizzarsi per la cattura dei gatti con la predisposizione e il posizionamento di gabbie da cattura;
– continuare a nutrire i gatti che nel frattempo non venissero catturati;
Distinti saluti.
Simona Neri
Monteriggioni