Sedici senesi: “Pazienti positivi all’Hotel Porta Romana, chiediamo dei chiarimenti”

Sedici cittadini senesi chiedono alcuni chiarimenti relativamente all’arrivo di pazienti positivi al Covid-19 in un albergo cittadino vicino alle loro abitazioni. Il tutto rientra nel tema degli alberghi sanitari, vale a dire le strutture alberghiere che possono ospitare pazienti positivi che altrimenti rimarrebbero nelle proprie abitazioni. Di ieri è l’ordinanza del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, nella quale si richiede l’utilizzo di tali strutture nel territorio regionale.

A breve, quindi, anche a Siena i primi pazienti saranno trasferiti nell’albergo sanitario.

“Gli abitanti di Via Enea Silvio Piccolomini di Siena – scrivono in un intervento inviato alle redazioni delle testate di informazione e alle autorità cittadine – ritengono opportuno porre alla vostra attenzione la richiesta di chiarimenti inviata alle autorità competenti in merito all’albergo sanitario Covid-19 ‘Hotel Porta Romana’, destinato a garantire l’isolamento richiesto ai pazienti paucisintomatici, o dimessi dall’ospedale in condizioni stabili ma ancora positivi, nonché ai pazienti in assenza di tampone nei quali è stata indicata la necessità di un periodo di quarantena. Pur consapevoli dell’attuale stato di necessità e convinti sostenitori di uno spirito di solidarietà condiviso, riconoscendo l’urgenza e il valore di simili iniziative e ribadendo la vicinanza ai malati bisognosi di cure e ai loro familiari, i sottoscrittori del documento chiedono di ricevere le dovute rassicurazioni sanitarie e di avere chiarimenti in merito ad alcuni aspetti emersi dall’analisi della convenzione sottoscritta dalla struttura con la Asl Toscana Sud Est, anche a tutela del benessere degli ospiti”.

I cittadini pongono alcune questioni: “Tra le norme richieste in questo ambito c’è scritto che le strutture che divengono alberghi sanitari debbano avere un certo numero di camere e che siano ad una certa distanza dall’ospedale. A noi pare che questo hotel non sia poi così vicino all’ospedale. Inoltre – aggiungono – qui potrebbe porsi una questione di privacy: dalle finestre di alcune abitazioni si vedono le finestre di questo albergo, che è a ridosso delle case, quindi molti abitanti di via Enea Silvio Piccolomini possono vedere chi viene portato dentro all’albergo. Chiediamo alle autorità delle rassicurazioni circa l’osservanza di tutte quelle che sono le norme da seguire per evitare il diffondersi del virus. Non direi che siamo preoccupati, ma chiediamo alcuni chiarimenti. Diciamo questo ben sapendo quanto sia importante che strutture alberghiere si mettano a disposizione in un momento molto complicato come quello che stiamo vivendo”.

Gennaro Groppa