Scuola ospedaliera dell’infanzia: c’è e funziona

Polemiche e veleni nei mesi scorsi sulla scuola ospedaliera dell’infanzia che sarebbe stata a rischio chiusura. Invece il servizio funziona ed è stato ampliato l’organico. Stamani la verifica da parte della Regione

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La scuola ospedaliera dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, che opera all’interno del Policlinico Le Scotte, garantisce ai bambini e ragazzi ricoverati il diritto al gioco, allo studio, alla socializzazione , offrendo “la possibilità di giocare, divertirsi e lavorare in maniera adeguata alla loro età e condizione di salute” secondo le indicazioni della Carta dei diritti dei bambini e delle bambine in ospedale dell’UNESCO.

La struttura è stata visitata stamani dall’assessora regionale all’istruzione Cristina Grieco, che era accompagnata dai consiglieri regionali Simone Bezzini e Stefano Scaramelli. “E’ stato un incontro importante per augurare buon anno scolastico agli alunni di questa scuola, che ha una grande storia di accoglienza di bambini con patologie importanti come lo spettro autistico – ha affermato Grieco al termine della visita -. Nei mesi scorsi avevamo preso un impegno che abbiamo mantenuto, quello di tenere pienamente funzionale quata scuola così particolare. Oggi, insieme ai consiglieri regionali, siamo venuti in visita per testimoniare che c’è e funziona il servizio di insegnamento e formazione, e che qui trova un’equipe di medici e insegnanti dedicati”.

Il primo obiettivo della scuola ospedaliera è di offrire ai degenti una costante e positiva accoglienza per attenuare il disagio dell’ospedalizzazione, offrendo loro un ambiente sereno che li aiuti ad adattarsi alla nuova situazione, e a gestire le proprie paure ed emozioni. L’intervento didattico viene proposto con differenti modalità in base all’età, al tipo di reparto e alla patologia, a piccoli gruppi o individualmente negli spazi didattici preposti, luoghi dove il bambino può esprimersi secondo il proprio linguaggio, lasciando tracce e segni del proprio passaggio. Per i bambini e ragazzi costretti a letto, l’intervento delle insegnanti viene effettuato in camera. Nei casi di degenze medio-lunghe, viene svolto un lavoro di recupero scolastico in piena collaborazione con la scuola di appartenenza.

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“La centralità del bambino, non quella dei ruoli che ogni professionista può ricoprire pro tempore – è stato il commento del consigliere Scaramelli, presidente della commissione consiliare Sanità e politiche sociali -, deve essere il fulcro e il motore di ogni azione di cura e formazione dei più piccoli. La scuola ospedaliera delle Scotte ha tre insegnanti di professionalità complementari che riescono a soddisfare quell’importante istanza di formazione e socializzazione che si rende indispensabile soprattutto nei bimbi in lungo degenza”.