Scienze della vita: continua la scommessa di Siena guardando alla Toscana e all’Europa

Un sistema virtuoso dove istituzioni, università e imprese hanno scommesso sulle scienze della vita come settore chiave per consolidare e sviluppare la competitività del territorio, in una prospettiva di lungo periodo. L’esperienza riuscita è quella senese, forte di una tradizione di ricerca che risale agli inizi del Novecento, con la fondazione dell’Istituto Sieroterapico e Vaccinogeno Toscano da parte di Achille Sclavo, e che oggi è punto di riferimento regionale nel biotech per la sua consolidata esperienza in campo scientifico – con un forte orientamento alla ricerca e sviluppo – e industriale, con la presenza di imprese leader a livello nazionale e internazionale nelle biotecnologie e nei settori farmaceutico e diagnostico. Un ruolo chiave lo hanno giocato le istituzioni, a partire dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, che circa dieci anni fa intuirono la strategicità delle biotecnologie per l’economia del territorio, anche alla luce della straordinaria esperienza di Chiron, oggi Novartis Vaccines and Diagnostics. Sono nate in questa prospettiva la società strumentale della Fondazione Mps Siena Biotech; la società di seed capital Biofund e la Fondazione Toscana Life Sciences (Tls), tre esperienze di cui sono stati illustrati i risultati in occasione del convegno “Toscana 2020: costruire il futuro con le scienze della vita”, in corso presso l’aula magna dell’Ateneo senese.

Il contributo di Siena al Distretto tecnologico regionale delle Scienze della vita. Siena si conferma punto di riferimento di eccellenza in ambito regionale per le life sciences. Delle 62 aziende che hanno già aderito al neonato Distretto tecnologico regionale delle Scienze della vita – promosso dalla Regione Toscana per progettare attività integrate di ricerca e sviluppo attorno a progetti altamente innovativi – il 30% sono senesi. Tra loro, ci sono multinazionali del calibro di Novartis Vaccines and Diagnostics e importanti realtà del settore biotech come Siena Biotech e Philogen; della diagnostica, come Diesse, ma anche start-up e spin-off company, tra universitarie e ospitate presso l’incubatore Tls. Guardando ai numeri, il fatturato delle aziende senesi aderenti al Distretto corrisponde al 35% del totale (circa 740 milioni); da sottolineare l’importante dato relativo al numero degli addetti in ricerca e sviluppo (circa il 60% del dato regionale) e dei brevetti sviluppati (il 66% del totale). Solo in Novartis, con i due siti di Siena e Rosia, operano circa 2300 collaboratori, di cui oltre 500 dedicati in attività in ricerca e sviluppo.

Il contributo di Siena al Distretto tecnologico regionale delle Scienze della vita. Siena si conferma punto di riferimento di eccellenza in ambito regionale per le life sciences. Delle 62 aziende che hanno già aderito al neonato Distretto tecnologico regionale delle Scienze della vita – promosso dalla Regione Toscana per progettare attività integrate di ricerca e sviluppo attorno a progetti altamente innovativi – il 30% sono senesi. Tra loro, ci sono multinazionali del calibro di Novartis Vaccines and Diagnostics e importanti realtà del settore biotech come Siena Biotech e Philogen; della diagnostica, come Diesse, ma anche start-up e spin-off company, tra universitarie e ospitate presso l’incubatore Tls. Guardando ai numeri, il fatturato delle aziende senesi aderenti al Distretto corrisponde al 35% del totale (circa 740 milioni); da sottolineare l’importante dato relativo al numero degli addetti in ricerca e sviluppo (circa il 60% del dato regionale) e dei brevetti sviluppati (il 66% del totale). Solo in Novartis, con i due siti di Siena e Rosia, operano circa 2300 collaboratori, di cui oltre 500 dedicati in attività in ricerca e sviluppo.

Siena ha una profonda tradizione in ambito scientifico” – commenta Rino Rappuoli, responsabile globale della Ricerca Vaccini Novartis e presidente del Distretto regionale delle Scienze della vita – “sia universitario che industriale. La città è forte di un’esperienza maturata negli anni di collaborazioni nel settore tra pubblico e privato a livello locale e internazionale che ha permesso di puntare sempre più sulla qualità, attraendo cervelli, e valorizzando le singole competenze degli attori in campo. E’ importante che la nostra esperienza sia messa a frutto per fare sistema a livello regionale e quindi aumentare la competitività della Toscana a livello internazionale”.

L’impegno della Fondazione Mps per la ricerca scientifica e tecnologica. Il settore della ricerca scientifica è uno degli ambiti più importanti di impegno della Fondazione Mps. Negli ultimi quindici anni la Fondazione ha sostenuto le attività di ricerca di Università e altre istituzioni scientifiche regionali e nazionali (solo nel 2010 sono stati erogati 3,6 milioni di euro per specifici progetti di terzi nel settore) e ha portato avanti direttamente investimenti in progetti propri e partecipati come Siena Biotech, Biofund e Tls. In particolare, Siena Biotech è stata la prima società strumentale creata dalla Fondazione nel 2000 e operativa dal 2004, attiva a livello internazionale nel settore della ricerca scientifica su patologie del sistema nervoso centrale, incluse quelle rare. L’organico della società è progressivamente cresciuto, dando lavoro attualmente ad oltre 130 risorse. Consapevole delle difficoltà di reperire finanziamenti per progetti innovativi, la Fondazione ha creato anche una società ad hoc, Biofund Spa, che ha contributo in maniera rilevante al finanziamento di alcuni progetti imprenditoriali incubati presso la Fondazione Tls. Il parco scientifico di Tls oggi ospita presso il proprio Bio-incubatore 22 soggetti tra società di ricerca e servizi; gruppi di ricerca attivi nel campo dei farmaci per le malattie orfane; associazioni no-profit e centri di ricerca in ambito socio-economico. Attiva dal 2005 nel panorama regionale, oltre a facilitare il processo di start-up di impresa nel settore delle biotecnologie applicate alla salute dell’uomo, Tls supporta la Regione Toscana come struttura tecnica di riferimento nell’ambito della valorizzazione della ricerca e della tutela della proprietà intellettuale e sta svolgendo un ruolo chiave nello sviluppo del progetto del Polo e del Distretto regionale delle Scienze della vita.

La ricerca scientifica e tecnologica – rileva Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena – è stata sempre oggetto di forte attenzione da parte della nostra Fondazione. Lo sviluppo e la competitività di un territorio dipendono in modo cruciale dalla capacità di generare processi di innovazione che consentano maggiore efficienza e produttività. Il nostro impegno a favore della ricerca scientifica e dell’innovazione si è manifestato in due modi: sia con il sostegno ai progetti promossi da terzi (ad esempio dall’Università di Siena, di Firenze, di Pisa, dalla Scuola Normale Superiore di Pisa e da altri enti di ricerca nazionali) destinandovi negli ultimi 15 anni circa 100 milioni di euro, che attraverso la costituzione di società strumentali come Siena Biotech, Biofund o partecipando come socio fondatore alla Fondazione Toscana Life Sciences. Siamo certi che il modello di sviluppo economico vincente sia quello sperimentato con successo per la costituzione del polo delle biotecnologie. E’ per questo che guardiamo con soddisfazione al fatto che anche la Regione Toscana condivida in pieno questa prospettiva di sviluppo. Certo le difficoltà economiche derivanti dalla crisi attuale costringe sempre più a cercare nuovi partner ed alleanze, a fare sinergie, a razionalizzare gli investimenti. In questo senso va sottolineata la stretta collaborazione sviluppata fra Toscana Life Sciences e Siena Biotech oltre che sul piano scientifico anche in termini organizzativi e strutturali”.

Il contributo dell’Università degli Studi di Siena. Un importante contributo arriva anche dall’Ateneo senese e in particolar modo dall’attività di ricerca svolta dai dipartimenti afferenti all’area biomedica, che nel corso degli anni hanno raggiunto risultati eccellenti in termini di produzione scientifica assoluta (2696 pubblicazioni) e di impact factor (superiore al 4). A ciò si affianca un’importante attività nel campo del trasferimento tecnologico e in particolar modo nella produzione di brevetti, con 111 titoli attivi, nazionali ed internazionali, di cui 56 già rilasciati. E’ da sottolineare che oltre il 90 per cento della produzione brevettuale dell’Università degli studi di Siena afferisce al settore delle life sciences, che è l’ambito di riferimento anche di 5 delle 21 imprese spin-off universitarie, a cui si aggiungono 3 aziende incubate presso Tls che nascono da docenti e idee di ricerca dell’Ateneo. Tra le spin-off del settore life sciences, a conferma dell’alto contenuto innovativo dei progetti, due si sono aggiudicate un finanziamento ministeriale per il supporto alle imprese innovative e altrettante si sono aggiudicate il primo posto, nell’edizione 2009 e 2010 della ”Start Cup Toscana 2011”, il gran premio delle idee e delle imprese innovative promosso dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. A questo si aggiunge l’offerta di corsi di studio con percorsi formativi fortemente professionalizzanti nell’ambito delle biotecnologie e un innovativo programma interdottorale di ricerca nel campo dei vaccini che partirà nel 2012 grazie alla collaborazione con Novartis Vaccines.

L’Università di Siena – sottolinea il rettore, Angelo Riccaboni – considera strategico l’investimento nello sviluppo della ricerca e della didattica nel settore delle Scienze della vita e la valorizzazione del rapporto con le imprese del territorio e le sue specificità. Lo testimoniano i corsi di studio e i programmi di dottorato attivati sui temi delle scienze della vita e la forza di UNISI BioNetwork, la rete dei ricercatori dell’Università di Siena impegnati sui temi delle biotecnologie. Forti della tradizione di collaborazione delle nostre eccellenze scientifiche con la rete delle imprese e delle istituzioni che partecipano al progetto del Distretto Regionale, puntiamo a rafforzare un ambito di ricerca all’avanguardia mondiale, con potenzialità notevoli in termini di attrattività nei confronti degli studenti e nella creazione di profili competitivi sul mercato del lavoro internazionale”.