“Puoi dirlo a me…” : Finanziato dal Ministero dell’Interno un progetto per facilitare l’accesso ai servizi socio-sanitari alle persone extracomunitarie

policlinico delle Scotte di Siena

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“Puoi dirlo a me…” è il progetto finanziato dal Ministero dell’Interno, nell’ambito dei Fondi Europei per l’integrazione di cittadini di Paesi terzi, che l’Azienda USL 7 di Siena sta per realizzare in collaborazione con la Provincia di Siena, il Comune di Siena e il Comitato Provinciale Senese Arci.

Con questo progetto, classificato al 5 ° posto su 126 progetti presentati sull’Azione 6 “Mediazione sociale, linguistica e interculturale” (di cui solo 26 finanziati), la USL7, Arci, Comune di Siena, e Provincia di Siena hanno ottenuto un risultato importante utile all’utenza extracomunitaria che si rivolge ai servizi socio-sanitari sul territorio della nostra provincia.

La proposta progettuale prevede, infatti, un potenziamento degli interventi di mediazione linguistico-culturale, puntando ad una maggiore offerta del servizio nei principali punti di accesso alla rete sanitaria, considerati sedi strategiche e di raccordo per la fruizione delle prestazioni socio-sanitarie da parte soprattutto delle donne straniere e delle loro famiglie.

La necessità di offrire un servizio condiviso nasce per dare una risposta alle criticità evidenziate negli anni, soprattutto dovute alle diversità culturali. Il progetto, in questa prospettiva, intende realizzare anche campagne di prevenzione, profilassi e educazione alla salute, soprattutto verso la popolazione femminile extracomunitaria, per promuovere i consultori e sensibilizzare le donne, in particolar modo, rispetto ad una gestione consapevole della salute (tutela della gravidanza, prevenzione e cura delle malattie sessualmente trasmissibili, contraccezione, prevenzione e supporto per le IVG).

Altri interventi previsti dal progetto riguardano i programmi di formazione per il personale medico e socio sanitario in relazione alla medicina interculturale. L’obiettivo è anche quello di realizzare un’equipe (mediatori culturali e operatori sanitari e sociali) in grado di prevenire e gestire eventuali situazioni di conflitto interculturale salvaguardando il diritto alla salute delle persone e garantire sostegno alle situazioni di fragilità psicologica indotte dai mutati stili di vita o connesse a esperienze traumatiche di migrazione e sradicamento.

Il progetto parte già il prossimo 4 novembre con un ciclo di focus group, uno per ogni zona socio – sanitaria, a cui saranno chiamati a partecipare operatori sanitari e sociali, mediatori linguistico-culturali, gruppi di immigrati, per far emergere criticità, attese e bisogni specifici e quindi poter definire azioni di sistema per la semplificazione delle procedure di accesso alle cure e alla tutela della salute.