Le meduse amano (purtroppo) il nostro mare

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L’immagine ha fatto il giro del web negli ultimi giorni: una mareggiata ha tinto di blu, di velelle blu – parenti delle meduse – la Terrazza Mascagni di Livorno. E dato che si avvicina l’estate, un’estate che sarà caldissima a quanto pare, cosa ci dobbiamo aspettare nel mare toscano per quanto riguarda la presenza di meduse durante la stagione balneare? Lo abbiamo chiesto, a margine dell’evento sui cambiamenti climatici organizzato a Siena, al professor Silvano Focardi, docente di Ecologia dell’Università di Siena.

Focardi

“Ormai tutti si sono accorti del fatto che negli ultimi anni le meduse nei nostri mari sono aumentate notevolmente. L’hanno notato soprattutto i bagnanti che vengono a contatto con i tentacoli urticanti di questi animali e, soprattutto i pescatori che sono preoccupati per la loro professione: le meduse sono infatti predatrici di crostacei, di uova e di larve dei pesci. E’ di questi giorni anche la notizia di sciami di meduse nel Mar Ligure, ma anche nel Mare che circonda Malta. La prossima stagione balneare si annuncia quindi come una stagione caratterizzata dalle meduse”.

Una notizia che non fa piacere. Quali sono le specie più pericolose nel nostro mare?
“Le specie di meduse urticanti che possiamo incontrare nel mare della Toscana e da cui è bene tenersi lontani quando si fa un bagno in mare sono quattro: Pelagia noctiluca, Physalia physalis, Carybdea marsupialis e Rhizostoma pulmo.

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La Pelagia noctiluca è una medusa che fa male, in inverno scompare, ma torna in primavera, in grossi agglomerati. Poi c’è la Physalia physalis, detta anche caravella portoghese: si tratta di una colonia formata da meduse e polipi, con tentacoli che raggiungono anche i 10 metri di lunghezza e la cui puntura è molto dolorosa. Facendo il bagno di notte si può imbattere in Carybdea marsupialis, medusa dotata di 4 tentacoli la cui puntura è dolorosa anche se gli effetti passano in fretta. C’è poi Rhizostoma pulmo o polmone di mare, la medusa più grande del Mediterraneo, con l’ombrello che può raggiungere anche i 50 centimetri di diametro, che è poco urticante, ma è meglio non toccarla”.

Quanto è importante questo fenomeno e da cosa è causato?

“Gli studiosi del mare dicono che ‘stiamo passando da un mare pieno di pesci a un mare pieno di meduse’; la colpa è tutta nostra, infatti stiamo facendo diminuire le popolazioni di alcune specie di pesci e questo crea lo spazio allo sviluppo di altre specie, fra cui appunto le meduse. Questo ci fa capire anche quanto la biodiversità del Mediterraneo sia a rischio proprio a causa della pesca eccessiva ma anche dei cambiamenti climatici dovuti al riscaldamento globale del pianeta. Il nostro mare è invaso da specie aliene in virtù del cambiamento climatico ma anche di cause come il recente allargamento del Canale di Suez. Delle 700 nuove specie marine che hanno invaso il Mediterraneo, almeno la metà provengono dal Mar Rosso proprio attraverso il canale di Suez. Molte di queste specie hanno stabilito popolazioni con un impatto notevole sull’ecosistema marino e con effetti negativi sulle specie che lo caratterizzano distruggendo il loro habitat. Alcune di queste specie sono nocive e velenose e possono causare danni notevoli alla salute dell’uomo.

La medusa Rhopilema nomadica.

La medusa Rhopilema nomadica.

 

Fra gli arrivi recenti più pericolosi vi è certamente Rhopilema nomadica, una medusa fortemente urticante in grado di formare sciami di decine di chilometri e la cui diffusione ha già creato problemi sia alla pesca che al turismo. Alcuni ricercatori inglesi hanno valutato una perdita economica per la pesca nel solo Adriatico settentrionale pari a 8,2 milioni di Euro in un anno”.

Quindi attenzione questa estate….

” E’ bene guardare il mare e se ci sono l’unico modo per evitarle è non fare il bagno. Le meduse non vengono verso di noi, siamo noi che le incrociamo. Si muovono trasportate dalle correnti e sia dal basso verso l’alto che viceversa. Se ti pungono provocano una reazione infiammatoria locale che dà bruciore e dolore, la pelle si arrossa e compaiono piccole rilevatezze dette pomfi, ma dopo circa 20 minuti la sensazione di bruciore si esaurisce e resta la sensazione di prurito”.

Cosa fare quando si è punti?

“E’ opportuno stare calmi, respirare normalmente, uscire subito dall’acqua e poi lavarsi la parte colpita con acqua di mare. Non usare acqua dolce perché questa favorirebbe l’uscita della sostanza urticanti dalle parti di medusa rimaste attaccate alla pelle. Per avere un’immediata azione antiprurito e per bloccare la diffusione delle tossine è bene non grattarsi. L’ideale sarebbe applicare un gel astringente (al 5% di cloruro d’alluminio ad esempio, facendolo preparare dal farmacista). Creme al cortisone o contenenti antistaminico, invece, sono inutili perché entrano in azione troppo tardi. Per evitare che resti una cicatrice non bisogna esporre la parte al sole, ma è opportuno tenerla coperta finché non è finita l’infiammazione che può durare anche due settimane. Comunque se ci sono meduse è bene evitare di fare il bagno e quindi di imbattere in questi animali”.

Katiuscia Vaselli