Flavio Rugi (Spi Cgil): “I soldi del Pnrr siano utilizzati in progetti per la sanità locale”

La sanità pubblica è stata al centro di un dibattito organizzato dallo Spi Cgil che si è tenuto nell’auditorium della Cna. Ci sono alcune problematiche da risolvere, e sono attesi ingenti finanziamenti che potrebbero giungere al settore attraverso il Pnrr.

Così ha affermato Flavio Rugi, componente del coordinamento locale dello Spi Cgil: “Nella sanità pubblica incontriamo ancora problemi di vario tipo, relativi alle liste di attesa, a malfunzionamenti nel rapporto tra il cittadino e gli enti sanitari, noi siamo qui per parlare delle possibilità che si aprono e che si generano grazie ai fondi che l’Europa stanzierà con il Pnrr. I soldi che arriveranno potranno aiutare ad affrontare problemi e difficoltà come la carenza di servizi nel territorio. Oggi spesso si verifica un assedio nei pronto soccorso degli ospedali presenti nella provincia senese. In molti casi non si tratta di urgenze e quelle situazioni potrebbero essere risolte anche in luoghi differenti da un pronto soccorso. Ma così non è e ciò genera delle file e delle maggiori lentezze nel servizio. Il 42% di chi si presenta al pronto soccorso non ha delle problematiche urgenti. C’è l’esigenza di nuove strutture nel territorio. Gli enti locali e regionali dovrebbero individuare dove e come intervenire, a partire dalle case di comunità previste dal Pnrr che altro non sono che le ‘storiche’ case della salute che già conosciamo nella nostra esperienza provinciale e di Asl, e con la presenza di medici, specialisti, assistenti sociali, infermieri per affrontare i problemi che un cittadino può avere con una presa in carico totale”.

Presente all’iniziativa anche l’ex ministro della sanità Rosy Bindi: “I fondi del Pnrr devono aver una destinazione precisa, quelli legati alla sanità devono essere utilizzati per la riorganizzazione della sanità territoriale, quindi penso ai distretti, alle case di comunità, alle case della salute, all’integrazione socio-sanitaria, all’assistenza domiciliare. C’è comunque bisogno di assumere personale in ambito sanitario in tutto il Paese, mancano 10-15 mila medici e 30 mila infermieri. Sono numeri pesanti e importanti. Nella sanità mancano i macchinari, ma soprattutto mancano le persone e gli specialisti”.