Disturbi alimentari in crescita: la Toscana è la regione in cui si curano meglio

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono patologie caratterizzate da un disfunzionale comportamento alimentare e da un’eccessiva apprensione per il peso corporeo o per la forma fisica.

Negli ultimi anni i DCA sono aumentati notevolmente, soprattutto nel mondo occidentale e tra le donne, che rappresentano il 90% delle persone affette da queste patologie. Anoressia e bulimia nervosa sono tra i disturbi più diffusi, in particolare tra gli adolescenti: in Italia sono circa tre milioni, e sono sempre più giovani.

Il fenomeno DCA in aumento tra i ragazzi

Crescono i disturbi del comportamento alimentare tra i giovani italiani, mentre diminuisce l’età media delle persone affette da queste patologie. Complice la pandemia, la Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare ha registrato un aumento del 40% dei casi, e una crescita delle richieste di prime visite pari al 50%.

Prime visite che riguardano sempre più i preadolescenti, ovvero i giovani tra gli 8 e i 12 anni. Nonostante sia tra i 15 e i 25 anni l’età di esordio più frequente, sono infatti in aumento i casi tra i più piccoli.

Ma da cosa dipende questo fenomeno? Se alla base di tutto ci sono problemi di disagio e insicurezza, l’uso dei social e il confronto con modelli di bellezza irraggiungibili che ne deriva non fa che peggiorare una situazione già delicata.

Per questo motivo il Servizio sanitario nazionale si sta adeguando alle crescenti richieste e ai nuovi bisogni di assistenza, aumentando e potenziando le strutture specializzate e il numero di professionisti che ci lavorano, come psicologi e nutrizionisti.

Figure, queste, necessarie per contrastare un fenomeno sempre più complesso e diffuso: per questo motivo scegliere di intraprendere il percorso per diventare nutrizionista o psicologo nel 2023 non vuol dire solo decidere cosa studiare o cosa fare come lavoro nel futuro, ma anche avere la possibilità di aiutare concretamente qualcuno che ha bisogno di sostegno.

Tasso di mortalità DCA: il caso della Toscana 

Parlando di aiuti concreti, è emblematico il caso della regione Toscana. Uno studio pubblicato sulla rivista Acta Psychiatrica Scandinavica e condotto sui pazienti in cura presso l’Asl Toscana Centro e l’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi, ha confermato infatti la validità della rete toscana per la cura dei disturbi alimentari.

Dalla ricerca condotta su 1.277 pazienti emergono due elementi molto importanti: l’assenza di suicidi e di morti legate a complicanze derivate dai disturbi alimentari e un tasso di remissione dei sintomi tra il 40% e il 50%, a distanza di vent’anni dalla presa in carico.

Un dato che ha colpito la lettura medica, considerando che quest’ultima indica per i pazienti con disturbi dell’alimentazione una mortalità del 4-7% e un rischio suicidario dalle 7 alle 31 volte maggiore rispetto alla popolazione generale.