Coronavirus, parla Nannizzi (Confesercenti): “Si aiutino le attività economiche”

“Nel primo giorno dopo l’ultimo decreto del governo Conte nelle strade di Siena si è visto un decimo delle persone che solitamente camminano per le vie del centro cittadino”. A parlare è Leonardo Nannizzi, presidente comunale della Confesercenti. “Però a mio avviso il cataclisma viene avvertito solamente a livello mediatico – aggiunge Nannizzi –, nella realtà non tutti sembrano aver capito a fondo la questione. In città c’erano persone che continuavano a fare capannello tra di loro, parlando a distanza assai ravvicinata gli uni dagli altri. Io ricordo a tutti che ci si deve attenere alle regole, e che ad esempio si devono mantenere le distanze tra le persone”.

Non è un momento semplice per nessuno, nemmeno per le attività commerciali che hanno minori entrate del solito visto che tanti quando possibile rimangono a casa: “La flessione si avverte di già, eccome se si avverte – afferma il presidente comunale della Confesercenti –. Stiamo vivendo un vero e proprio dramma, non solamente medico-sanitario ma anche economico. La speranza è che il governo stanzi una somma che è fondamentale per aiutare chi ha delle attività economiche. Penso allo slittamento del pagamento di mutui, a rateizzazioni, a contributi e sostegni per chi sta vivendo queste difficoltà. D’altronde chi fa altri tipi di lavoro ha la possibilità di avere ferie, oppure per gli operai esiste la cassa integrazione nel caso di difficoltà e problematiche di un’azienda. Ma chi vive unicamente dell’incasso del proprio negozio per poter pagare tutte le spese, le bollette e l’affitto deve poter essere aiutato in momenti come questo”.

I commercianti non hanno un’idea comune relativamente al comportamento da tenere e da seguire. “Cosa ne penso io? – dice Nannizzi –. Io francamente potrei essere stato favorevole anche a chiudere tutti i negozi dal primo marzo, e a lasciare aperti solamente ospedali, farmacie e supermercati, ma in quel caso servono un aiuto e un sostegno e si deve sapere che esiste una copertura economica che aiuti chi ha delle attività. Come associazione non possiamo chiedere a tutti i nostri associati di chiudere le loro attività perché giustamente tra loro ci sarà chi ci domanderà: ‘E io così come campo?’. Ci serve un ausilio”.

E ancora Nannizzi: “Per quello che riguarda il mio negozio abbiamo annullato tutti gli eventi dell’Urban Running & Walking già prima che lo dicesse il decreto. Continuiamo a fare un servizio, anche se con orario ridotto e osservando totalmente il decreto ministeriale. Poi si viaggia a vista, d’altronde da un giorno all’altro la situazione può cambiare ed evolversi assai rapidamente. Quello che stiamo vivendo è uno scenario nuovo ed epocale”.

 

“Occorre responsabilità e un atto di coraggio: da oggi chi può chiuda la propria attività per qualche tempo, un solo giorno, un weekend o un’intera settimana”. Lo afferma Nico Gronchi, presidente di Confesercenti Toscana, sull’emergenza Coronavirus, rivolgendosi a “ristoratori, baristi, negozianti, albergatori, a tutte quelle attività che hanno limitazioni ma che non sono e non saranno sospese da nessun decreto”.

Chi può, questo è l’invito di Gronchi, “rimanga a casa, limiti al minimo il contatto con il pubblico, soprattutto se ritiene di non poter garantire il rispetto delle norme di sicurezza sanitarie per i clienti, per i collaboratori, per sé stesso o per i suoi familiari”. Per sostenere il commercio in questa fase di grave difficoltà, Confesercenti Toscana chiede “subito risorse perché le imprese arrivino aperte dopo la crisi; sospensione per 6 mesi dei pagamenti di bollette, tasse, tributi e mutui; studiare un fondo straordinario per tutelare i redditi di aziende e lavoratori”.

 

Gennaro Groppa