Anche la medicina diventa Slow

La cura deve essere sobria, rispettosa e giusta, questa in sintesi la filosofia di Slow Medicine, protagonista ieri mattina del convegno organizzato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Siena all’auditorium di Chianti Banca. In questo delicato momento della riforma sanitaria, divulgare e promuovere il concetto di appropriatezza fa parte del compito dei medici.

«Abbiamo voluto insieme ai cittadini e agli infermieri, questo convengo per parlare di un diverso approccio alla sanità, un ulteriore passo che l’ordine sta facendo per cercare senso di appropriatezza e alleanza strategica coni pazienti, che stiamo perseguendo da anni», ha detto Roberto Monaco presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Siena.

«Come medici diciamo che non deve essere la politica a dirci quello che è giusto o non è giusto fare nell’ambito del percorso dell’appropriatezza della sanità, noi siamo in grado di farlo, vogliamo farlo e ci mettiamo in gioco e l’unico alleato che riconosciamo è il cittadino. Il medico sul proprio tavolo di lavoro deve avere libri di medicina e articoli basati sull’evidenza scientifica e non decreti . La professione nei confronti della politica si pone come consulente gratuito per condividere e superare le criticità».

E’ difficile sintetizzare in poche parole il concetto di Slow Medicine, ma Antonio Bonaldi, presidente nazionale dell’associazione invitato a parlare ai medici è stato piuttosto chiaro: «E’ una medicina sobria perché dobbiamo fare solo cose che servono, è rispettosa perché si rivolge al paziente coinvolgendolo nella decisione che riguardano la sua salute, è giusta perché l’accesso alla salute deve essere un bene comune».

«La filosofia della Usl è dare risposte di salute eque per tutti i cittadini, dare risposte giuste nel momento giusto nel luogo giusto, come ha detto durante il convegno Dafne Rossi rappresentante delle associazioni dei cittadini – ha ribadito Simona Dei membro dello staff aziendale azienda USL sud est – Sappiamo quanto le riorganizzazioni delle aziende sanitarie non siano tese, tanto a ridurre le risorse a disposizione ma a spenderle nel modo più equilibrato. Questo è possibile farlo, con la condivisione con i cittadini aumentando la relazione con loro e facendo capire meglio i motivi le scelte e i vantaggi di quelle scelte. Un processo che ci permette di tradurre quello che di norma è un decreto, in una relazione, un’alleanza terapeutica».

Tra gli organizzatori del convengo dell’ordine dei medici anche Dafne Rossi, presidente dell’associazione Serena onlus: «Credo che Slow Medicine sia un modo nuovo ma in realtà è un vecchio modo di prendere in considerazione la persona e non solo la sua malattia. Il medico deve sempre ricordarsi di essere davanti ad una persona e non ad un singolo organo».