Valentini (Siena Cambia): “A Siena il centrosinistra perde credibilità se non fa proposte”

Bruno Valentini

«Sono già trascorse tre settimane da traumatiche elezioni politiche e mancano poco più di due mesi al rinnovo del Consiglio Comunale di Siena. Più o meno dall’inizio dell’anno ci sono già cinque candidati a sindaco, ma purtroppo mancano le proposte del centrosinistra indebolendo la nostra credibilità. Come purtroppo è già accaduto con la guerra di potere interna alla maggioranza ed il conseguente prolungato e devastante commissariamento del Comune, il Pd ed il centrosinistra sono stati alle prese con i problemi di Franco Ceccuzzi più che con i problemi della città. Nessuno di noi, me compreso, può anteporre il proprio destino personale al bene collettivo. Anzi, anche la sorte della comunità vale di più degli interessi stretti del proprio partito».

«Proprio in queste ore solo il centrosinistra ha saputo compiere un atto di coraggio scegliendo per le Presidenze dei due rami del Parlamento donne ed uomini nuovi fuori dagli apparati ed almeno su questo sono ritornati in sintonia con la gente, mentre gli altri partiti sembrano dominati solo da interessi di bottega. Il vertice del Pd comunale ha intrapreso una estenuante consultazione che di fatto prosciuga i tempi per le primarie per poi magari argomentare che mancano i tempi per farle, irridendo il fatto che io, gli iscritti del Pd che sono con me e che hanno contribuito alla consultazione interna e le 2200 firme di cittadini senesi hanno già esplicitato la richiesta di scegliere il candidato con il metodo che per il Pd è un principio basilare oltre che una regola statutaria: far votare gli elettori. Se il vertice del Pd comunale adottasse una tattica dilatoria, lavorando contro un proprio esponente invece che fare da arbitro neutrale in una libera consultazione, non meriterebbe di rimanere al proprio ruolo».

«Leggo che i partiti della coalizione (Sel e riformisti) propongono di individuare candidati nuovi. Benissimo, tirino fuori prima possibile nomi ed idee, per sottoporci al vaglio dei cittadini. Sento dire che i senesi sono stufi di primarie. In realtà mancano da sette anni, perché furono saltate a piè pari con la prima proposizione di Ceccuzzi, saldata intorno ad un patto fra maggiorenti poi imploso, e le ultime non sono state partecipate perché non c’era vera contesa. Quelle nazionali di novembre, invece, fra Renzi e Bersani sono riuscite benissimo ed a Siena vinse il candidato inviso all’apparato. Se anche allora si fosse ricorsi alla consultazione interna, oggi il centrosinistra non avrebbe un’altra carta da giocare per evitare lo sfascio del Paese. Bersani ebbe quel coraggio, voglio proprio vedere come si comporterà il Pd provinciale».

«O c’è la capacità di tirare fuori dal cilindro nomi di uomini o donne di eccezionale valore ed autorevolezza, oppure la parola va data agli elettori nel modo più lineare, facendoli votare con regole semplici ed aperte, giurandoci reciproca lealtà chiunque sia il vincitore. Nella competizione con i 5 candidati sindaco già noti, una buona fetta del giudizio dei cittadini si giocherà sulla competenza a guidare un Comune con eccellenti potenzialità come Siena ma mal messo per eccesso di indebitamento, pressione fiscale eccessiva, penuria di risorse per opere pubbliche, farraginosità burocratica, incertezza urbanistica, difficoltà ad attrarre investimenti, relazioni istituzionali complicate con la Regione, insufficiente coordinamento di Area senese, staticità culturale, necessità di rilancio turistico, crisi di enti importanti, futuro di banca Mps, ecc. Spero che i senesi abbiano la possibilità di apprezzare qualità e differenze attraverso confronti diretti e concreti sulle soluzioni realistiche da trovare, con grande chiarezza sulle responsabilità per la crisi attuale di ciascuno e di chi lo appoggia».